SCIENZA

È stato scoperto un comportamento "contagioso" tra gli scimpanzé

Un'analisi di 600 ore ha portato alla scoperta di un comportamento contatgioso tra gli scimpanzé, mai registrato prima

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Ena Onishi è una ricercatrice di fauna selvatica presso l’Università di Tokyo. Impegnata nella sua tesi di laurea, ha notato qualcosa di strano in un gruppo di scimpanzé in cattività: “Sembravano avere la tendenza a urinare sempre alla stessa ora”.

La pipì negli scimpanzé

Un comportamento insolito, quello dell’andare a fare pipì generalmente alla stessa ora. Qualcosa che Onishi ha ricondotto a una pratica umana, l’andare in bagno insieme: “Potrebbe essere uno di quei comportamenti contagiosi?”.

Con questa espressione si fa riferimento ad azioni che possono essere innescate in un gruppo dal rilevamento delle stesse in un altro individuo. Un esempio classico è lo sbadiglio, la cui visione innesca quasi sempre una reazione identica in altre persone. Nessuno, prima di Onishi, aveva però mai studiato la minzione come comportamento contagioso.

La ricercatrice ha così trascorso più di 600 ore a osservare un gruppo di venti esemplari in cattività, presenti in un rifugio per animali. Tutto ciò che ha fatto è stato annotare ogni singola volta in cui uno scimpanzé specifico si recava a fare pipì, evidenziando anche dove si trovassero gli altri.

Gli esemplari che osservavano gli altri “liberarsi”, erano lievemente più propensi a farlo a loro volta. La vicinanza pare essere un elemento importante, come spiegato su Current Biology, dal momento che gli scimpanzé più vicini tra loro avevano maggiori probabilità di subire il “contagio” da pipì.

Una certa rilevanza però è data anche dal rango all’interno del gruppo. Quelli inferiori facevano pipì più spesso dopo aver visto il comportamento di quello di status superiore.

I risultati

Onishi ha spiegato come la minzione sia di fatto un comportamento poco contagioso, a conti fatti. Ha dichiarato a Npr che appena il 10%, circa, degli eventi di minzione sembravano essere motori di spinta per gli altri esemplari nelle immediate vicinanze.

Un lavoro che resta però decisamente affascinante, soprattutto perché apre le porte allo studio sui meccanismi che guidano la risposta contagiosa. Non è da escludere che fare la pipì insieme possa essere un modo per sincronizzare gli stati d’animo nel gruppo. Un tentativo istintivo di facilitare determinati meccanismi, come la sorveglianza dai predatori.

Potrebbe essere invece una forma di legame sociale, che mira a creare delle connessioni specifiche. Il prossimo step potrebbe essere quello di portare la ricerca in natura. Onishi potrebbe così verificare una teoria: “Tenere la minzione localizzata potrebbe consentire al gruppo di ridurre il rischio che i predatori li rintraccino attraverso gli odori sparsi nel territorio”.

Non si esclude, però, che il comportamento possa avere una spiegazione meno intrigante e non adattiva. Vedere o sentire gli altri esemplari fare pipì potrebbe rappresentare uno stimolo, allo stesso modo in cui l’acqua corrente può spingere alcuni esseri umani a fare lo stesso.

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