SCIENZA

Scoperta un’antica città che si credeva perduta per sempre

L'antica città turca di Zippalanda potrebbe essere stata ritrovata finalmente grazie agli scavi di un gruppo internazionale di archeologi

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Fonte: Università di Pisa/Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere

Usakli Höyük: il nome è decisamente complicato, come d’altronde quello di altre località in Turchia, ma in questo caso è associato a una delle scoperte archeologiche più interessanti degli ultimi anni. Si tratta infatti di un’antica città turca che si credeva persa per sempre e che invece è riemersa quasi all’improvviso in tutto il proprio splendore.

Per avere un’idea di quello che si sta parlando, l’epoca è quella degli Ittiti, il popolo indoeuropeo che abitò diverse zone dell’Asia Minore intorno al secondo millennio prima della nascita di Cristo. In poche parole si sta parlando del popolo più antico in assoluto che sia mai stato conosciuto per quel che riguarda l’Anatolia.

I luoghi di culto della città turca

Nel sito di Usakli Höyük è stato individuata una curiosa costruzione circolare, più precisamente nella parte centro-nord della Turchia. Il merito è tutto di un team internazionale di archeologi di cui fanno parte anche i ricercatori italiani dell’Università di Pisa. La prima ipotesi è che la città turca in questione sia Zippalanda, nota in un passato molto lontano per la venerazione delle cosiddette divinità della tempesta. Proprio qui sorgevano luoghi di culto e persino una residenza reale. Si può dunque soltanto immaginare il fasto dell’epoca. Non mancano comunque le difficoltà nel venire a capo di questo enigma storico.

In effetti, gli archeologi non hanno ancora interpretato in maniera definitiva la struttura circolare della città turca, di conseguenza serviranno nuovi lavori e nuove missioni ad hoc. Qualche dettaglio può però essere di grande aiuto. In particolare, la vicinanza degli scavi a un fiume farebbe pensare ai rituali dell’antichità, tra l’altro non esistono altri esempi simili a quello che si sta descrivendo. L’area archeologica è oggetto di studi da ben quindici anni e non è la prima volta che viene associata a scoperte di un certo peso.

Gli altri reperti dell’antica città turca

Ad esempio, già in passato sono stati ritrovati i resti della cinta muraria, caratterizzata da gradoni inconfondibili: è un elemento che fa propendere per la datazione verso l’età del Ferro. Non sono mancate nemmeno le scoperte di tombe tardoantiche: in pratica, questa zona della Turchia è un vero e proprio “paradiso” per gli archeologi di ogni parte del pianeta. La ricostruzione del periodo esatto a cui risalgono i reperti è quasi completa. Fondamentali sono state anche le tavolette ritrovate durante gli scavi, con iscrizioni dalla scrittura cuneiforme (le incisioni tipiche non solo degli Ittiti, ma anche degli Assiro-Babilonesi e dei Persiani). C’è un altro dettaglio su cui i ricercatori hanno voluto porre l’accento.

Le architetture e i materiali dell’antica città turca hanno fatto pensare agli esperti come questo sito sia stato abitato in maniera stabile già dalla fine dell’età del Bronzo, fino all’epoca romano-bizantina. Per quel che riguarda, invece, il periodo dell’impero ottomano (il più fiorente e noto quando si parla della storia della Turchia), non ci sono tracce significative. Già nel 2020, comunque, alcuni mosaici avevano fatto sbilanciare gli archeologi sul ritrovamento di Zippalanda, non lontano da Usakli Höyük. Gli indizi sono sempre più numerosi e a breve potrebbero esserci delle conferme ufficiali.

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