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SCIENZA

C'è un team italiano dietro questa scoperta straordinaria

Il sito iracheno di Tell Muhammad ha svelato al mondo tutta la propria bellezza grazie a una missione guidata da un team di ricerca italiano

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La location si trova in Iraq, ma la scoperta è anche e soprattutto italiana. Sono stati i ricercatori dell’Università di Catania a far riemergere alcuni reperti preziosissimi dal sito archeologico di Tell Muhammad. Si sta parlando di un ritrovamento che fa tornare indietro fino al II millennio prima della nascita di Cristo, una vera e propria manna per gli appassionati di tutto il mondo.

La missione è stata portata avanti da Nicola Laneri, docente di archeologia presso l’ateneo siciliano, in collaborazione con lo State Board of Antiquities and Heritage dell’Iraq. Ma che cosa si intende esattamente con il termine “reperti” in questo caso? Lo scavo ha permesso di ricostruire una parte importante del passato di questi luoghi.

Cosa è stato scoperto a Tell Muhammad

Entrando più nel dettaglio della scoperta archeologica, i ricercatori si sono ritrovati di fronte la porta monumentale della cinta muraria di Tell Muhammad, oltre a una serie di vasi di pregevole fattura e persino due edifici. Il sito in questione si trova nella zona Sud della capitale irachena, Baghdad, e la missione catanese aveva come obiettivo proprio l’approfondimento urbanistico della città. A destare maggiore stupore sono state le porzioni di cinta muraria: lo spessore è di ben 6 metri, senza dimenticare che i progettisti dell’epoca usarono mattoni crudi composti di argilla, sabbia e materiale organico.

Il professor Laneri ha fornito alcuni particolari molto interessanti in merito alle nuove scoperte di Tell Muhammad. I reperti non fanno altro che confermare quanto ipotizzato verso la metà dell’800 da Ernst Layard, uno degli archeologi più famosi della storia e che ha permesso di rivelare al mondo lo splendore delle civiltà dell’Assiria. Secondo Layard e gli esperti dello State Board of Antiquities and Heritage, re Hammurabi di Babilonia aveva deciso di rafforzare il confine Nord con mura sempre più imponenti. Lo si era già intuito grazie ad alcune tavolette e iscrizioni in bronzo.

Le cinta murarie di Tell Muhammad

In poche parole, gli avamposti militari servirono allo stesso Hammurabi a condurre le sue campagne per conquistare una larga fetta della Mesopotamia. Dopo il ritrovamento dei reperti di Tell Muhammad, l’obiettivo principale sarà sostanzialmente uno: gli archeologi vogliono a tutti i costi che le aree scavate siano fruibili da più persone possibili, in particolare le già citate mura e i vasi del secondo millennio a.C. Si sta già preparando un apposito programma di restauro che andrà a riguardare prima di tutto gli edifici in mattoni crudi, cercando di far luce su una parte del mondo che ha una storia a dir poco affascinante.

L’Università di Catania e alcuni enti di ricerca internazionale sono in prima linea per dare lustro al sito di Tell Muhammad, con pannelli esplicativi e percorsi ad hoc, anche se il lavoro da svolgere è ancora tanto. Non sarà una missione semplice. Gli scavi in questa parte di Baghdad sono ripresi da non molto tempo, dopo che erano stati di fatto bloccati dalle continue insurrezioni e guerre che imperversano in Iraq. In fondo, però, si sta pur sempre parlando di quella che viene considerata la “culla della civiltà” ed è un vero peccato che tanti tesori così preziosi siano ancora sepolti.

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