Libero
SCIENZA

Risale a ben 11.000 anni fa: la scoperta record in Turchia

Presso un antico sito archeologico turco, è stata rinvenuta un'opera murale risalente a ben 11.000 anni fa: potrebbe essere la prima scena narrativa della storia.

Pubblicato:

Una scena di vita quotidiana risalente al Neolitico, incisa per sempre nella pietra: è questo ciò che gli archeologi hanno scoperto di recente, portando alla luce un nuovo tassello di quello che è il nostro ricchissimo passato, sin dalle origini dell’uomo. Il ritrovamento è avvenuto in Turchia, nei pressi di un sito archeologico riemerso solo poco tempo fa e ancora in corso di studio. Ed è qualcosa di sensazionale, perché rappresenta la più antica opera con intento narrativo di cui si ha conoscenza, almeno fino ad oggi.

Turchia, scoperta la scena narrativa più antica al mondo

Nonostante l’enorme impegno e il lavoro continuo degli scienziati, sono ancora tante le domande sul nostro passato più remoto che non hanno ancora trovato una risposta. Ma le testimonianze archeologiche giunte sino ad oggi possono risolvere molti dubbi, facendo luce su quella che è stata la vita quotidiana dell’uomo preistorico e sul modo in cui la sua società si sia evoluta. Durante il Neolitico, ad esempio, sappiamo che l’umanità è passata da un’esistenza migratoria ad una più sedentaria, cosa che ha portato grandi cambiamenti su numerosi fronti. In particolare, è interessante cercare di capire come le relazioni sociali si siano pian piano ridefinite, e come ciò abbia lasciato un’impronta visibile di cui ancora oggi siamo testimoni.

Lo sviluppo di attività rituali e la costruzione di edifici d’impiego comune sono elementi di cui ci è ampiamente giunta traccia: in Turchia, alcune di queste testimonianze più importanti si trovano nei siti archeologici di Göbekli Tepe e di Karahan Tepe, ai quali ora si aggiunge il sito di Sayburç, nel sud-est del Paese. Qui, nel 2021 è stato rinvenuto un edificio contenente un preziosissimo rilievo scolpito su pietra che rappresenta una vera e propria scena narrativa di un momento di vita quotidiana risalente a ben 11.000 anni fa. È un’opera che riflette la “complessa relazione tra gli esseri umani, il mondo naturale e la vita animale che li circondava” – ha spiegato Eylem Özdoğan, autrice dell’articolo riguardante la scoperta che è stato di recente pubblicato su Antiquity.

Cosa rappresenta il rilievo trovato in Turchia

Il rilievo ritrovato in Turchia è forse la più antica opera con intento narrativo che sia stata finora riportata alla luce, ed è una storia neolitica incisa per sempre nella pietra, con dettagli molto precisi che ci aiutano a ricostruire questa scena di vita quotidiana. Cinque sono le figure rappresentate una accanto all’altra, su un pannello che ricopre una panca trovata all’interno dell’edificio. Secondo una prima analisi, quelle scolpite sarebbero due scene ben distinte. Nella prima vi è un uomo in altorilievo la cui faccia è purtroppo giunta a noi danneggiata: a circondarlo ci sono due leopardi incisi di profilo, con le bocche aperte e i denti ben visibili.

La seconda scena raffigura invece un uomo in posizione leggermente accovacciata, che fronteggia un toro ritratto di lato – le cui corna sono però rappresentate come se fossero viste dall’alto. In entrambi i casi, l’accento è posto palesemente sull’aggressività e la pericolosità del mondo animale, una caratteristica che accomuna il rilievo trovato presso il sito di Sayburç a molte altre opere rinvenute altrove, sempre risalenti al periodo neolitico. Il modo in cui le figure sono posizionate suggerisce che le due scene siano correlate, dando vita ad una narrazione che è invece divenuta comune solo in un’epoca successiva.