SCIENZA

Scoperta in Kuwait una scultura preistorica: è una testa di "uomo serpente" di 7.500 anni che solleva dubbi

Non è un ritrovamento anomalo ma sta facendo discutere gli scienziati, che non riescono ancora a spiegare qual era il suo scopo

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Fonte: Polish Centre of Mediterranean Archaeology, University of Warsaw

Una scoperta archeologica sta sollevando molteplici dubbi nella comunità scientifica, ma chi si aspetta una svolta sci-fi rimarrà deluso: anche se a essere ritrovata è stata una strana scultura dalla testa allungata e serpentiforme, non ci sono dubbi che racconti un pezzo di storia umana.

Sì, bisogna specificarlo perché tanti appassionati hanno sperato che si trattasse della testimonianza della presenza di forme di vita aliene sulla Terra. Non è così, anche se non mancano quesiti irrisolti a cui si spera di dare presto una risposta.

Il ritrovamento

Ma partiamo dall’inizio. Come spiega la dichiarazione rilasciata dal Polish Centre of Mediterranean Archaeology – University Warsaw, il particolare ritrovamento è stato fatto durante una missione archeologica che coinvolge sia le autorità polacche che quelle del Kuwait, dato che il sito dove si svolgevano le attività di scavo è quello di Bahra, precisamente nel deserto di Al-Subiyah.

Da molti anni Bahra è ritenuto un sito di forte interesse archeologico, strategico per comprendere gli scambi culturali tra le società neolitiche arabe e le culture che si diffusero dalla Mesopotamia in territori vastissimi. Anche in occasione di questa missione, i ricercatori non sono rimasti delusi e una delle scoperte più notevoli, come accennavamo, è una piccola testa di argilla finemente lavorata.

L’aspetto misterioso della scultura

La testa presenta un cranio allungato con una fronte alta, occhi a mandorla e un naso piatto. L’aspetto è decisamente bizzarro e misterioso e sembra quasi ritrarre una creatura serpentiforme. Eppure, nonostante tutto ciò possa far muovere l’immaginazione, questa strana testa non è insolita. Anzi, è tutto fuorché un pezzo unico: sarebbe infatti ricollegabile a una serie di piccole sculture realizzate nella cultura Ubaid, popolo preistorico che prosperò nella regione tra il 5500 e il 4900 a.C.

Ma qual è il significato reale di queste strane sculture? Nonostante nel corso degli anni siano stati fatti molti studi e approfondimenti, in realtà non esiste ancora una risposta. Gli archeologi continuano a dibattere su cosa possano effettivamente rappresentare, ma la verità è che l’interpretazione potrebbe variare anche in base alla loro collocazione.

Molte statuette simili sono state trovate in ambienti domestici, altre sono state trovate in luoghi pubblici, altre ancora addirittura all’interno di tombe in cui erano state posizionate come parte del corredo funerario. Ciò che è certo è che, pur non dando risposte certe, questa scoperta apre nuovi scenari, amplia la cronologia dei ritrovamenti e ramifica le eventuali relazioni fra questi cimeli.

La civiltà Ubaid

«La presenza nel sito di questa statuetta – spiega il capo archeologo Piotr Bieliński – solleva intriganti interrogativi sul suo scopo e sul valore simbolico, o forse rituale, che aveva per la popolazione di questa antica comunità». Interrogativi che diventano ancor più accattivanti se si pensa che gli Ubaid esistevano da molto prima dei Sumeri, che oggi sono considerati fra i primi popoli civilizzati dell’umanità.

Gli Ubaid hanno fatto nascere reti commerciali e sistemi di irrigazione nelle aree che oggi corrispondono all’Iraq e al Kuwait, e hanno anche creato veri e propri monumenti. Le loro ceramiche e i tantissimi resti di manufatti lasciano intendere che fossero in contatto con le regioni circostanti e che fossero in grado di approfondire conoscenze che, per i tempi, erano quasi inarrivabili. Non resta che attendere nuovi studi per saperne di più.

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