SCIENZA

Sorpresa a Milano: il moscardino torna a popolare i parchi urbani, è raro vederlo

Grande sorpresa a Milano per il ritorno del moscardino nei parchi dell'area urbana: è segno che i progetti per la salvaguardia della biodiversità funzionano

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Grande sorpresa a Milano per il recente avvistamento di un moscardino, ossia un raro roditore arboricolo dal manto arancio-dorato.

L’esemplare è stato individuato presso il Parco Nord della città lombarda e ha subito destato l’interesse dei ricercatori e degli appassionati di biodiversità urbana.

Un moscardino a Milano

Sorpresa a Milano per la presenza del moscardino: si tratta di una scoperta eccezionale, realizzata dal team del Laboratorio di Conservazione della Biodiversità dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, coordinato da Olivia Dondina, e in collaborazione con il CNR-IRET di Firenze. Finalmente, siamo di fronte a un indicatore reale del successo degli interventi di ripristino ecologico effettuati negli ultimi anni nei parchi urbani milanesi.

La presenza del piccolo mammifero in un contesto cittadino evidenzia quanto le aree verdi, se gestite in maniera ottimale e mirata, possano contribuire alla rinascita della biodiversità anche in territori fortemente urbanizzati.

Il moscardino (Muscardinus avellanarius) è un roditore di piccole dimensioni, simile al ghiro, noto per la sua pelliccia “pel di carota” e per l’abitudine di costruire nidi sferici con foglie e muschio nel sottobosco o nelle cavità degli alberi.

Tradizionalmente, il suo habitat naturale comprende foreste di latifoglie, siepi e filari con una vegetazione composta da noccioli, rovi, arbusti di rosa canina e biancospino. Il Parco Nord di Milano si è dimostrato in grado di offrire rifugio a questa specie, considerata molto esigente in termini di ecosistema: ciò rende la sua presenza un segnale positivo per la qualità ecologica dell’area.

Storicamente, il moscardino era diffuso in tutta la penisola, comprese le aree meridionali e insulari come la Sicilia, ma negli ultimi decenni la sua popolazione ha subito un calo significativo, soprattutto nella Pianura Padana. Qui, l’espansione delle aree agricole e l’intensificazione dell’urbanizzazione hanno drasticamente ridotto i boschi di latifoglie, limitando la disponibilità di habitat idonei.

La riscoperta di questo roditore nel cuore della Lombardia è, quindi, un evento notevole: l’esemplare del Parco Nord rappresenta il primo avvistamento documentato della specie in un’area densamente popolata nel Nord Italia. Tutto ciò mette in luce l’importanza delle zone verdi funzionali, non solo come spazi di svago per le persone, ma anche come rifugio per specie autoctone, favorendo la biodiversità urbana.

Gli interventi di ripristino ambientale hanno giocato un ruolo fondamentale nel creare condizioni ottimali per la permanenza di una comunità ben strutturata di piccoli mammiferi, come il moscardino. Infatti, i parchi cittadini di alta qualità ecologica svolgono un ruolo cruciale nella regolazione dell’inquinamento dell’aria, nella mitigazione del rumore, nel contrasto all’effetto isola di calore e nella gestione delle acque piovane.

Attività per preservare la biodiversità urbana

Le attività di monitoraggio della biodiversità urbana non si limitano al solo Parco Nord, ma sono estese anche ad altre città italiane come Firenze e Roma, con l’intento di individuare le caratteristiche che permettono la sopravvivenza delle specie selvatiche nei contesti urbani.

Uno degli obiettivi chiave della ricerca è proprio quello di comprendere quali siano i parametri strutturali e gestionali delle aree verdi che incentivano il ritorno delle specie autoctone e impediscono la diffusione di specie sinantropiche indesiderate, come il ratto e lo scoiattolo grigio, invasivo per l’ecosistema locale.

Le osservazioni, effettuate dalla primavera del 2023 ad oggi, palesano un’importante lezione: laddove i parchi sono trattati con una gestione ecologica integrata, specie rare e delicate possono trovare un ambiente accogliente, in grado di sostenere le loro esigenze. Nel Parco Nord, ad esempio, gli interventi hanno permesso il ripristino di ecosistemi resilienti, dimostrando come anche in un ambiente fortemente urbanizzato sia possibile ripristinare habitat complessi e biodiversi.

Il moscardino, piccolo e schivo, contribuisce al mantenimento dell’equilibrio ecologico tramite la dispersione dei semi e l’impollinazione indiretta. In primavera, si nutre principalmente di fiori, mentre nei mesi estivi la sua dieta si arricchisce con invertebrati, semi e bacche, completandosi con le sue amate nocciole durante l’autunno. Proprio le tracce di gusci rosicchiati possono essere i primi indizi della sua presenza, usati dai ricercatori per identificare la specie nei nuovi spazi.

La sorprendente scoperta di Milano torna a far parlare del valore delle politiche di conservazione urbana e rileva l’importanza d’investimenti mirati nel verde cittadino, evidenziando come anche un piccolo roditore possa avere un impatto significativo sulla salute e sulla funzionalità degli ecosistemi locali.

Adesso, la speranza per i ricercatori è che il ritrovamento di questo raro mammifero serva da modello per altre città, incoraggiando progetti di tutela della biodiversità che possano restituire alla natura un posto anche all’interno delle aree urbane.

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