SCIENZA

Scoperta una tomba di 2.500 anni fa con decine di sepolture dove nessuno si aspettava

Una tomba di 2500 anni fa sta gettando luce sulle antiche rotte commerciali: l'idea originaria è stata trasformata dopo il ritrovamento di sepolture e oggetti preziosi

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È stata effettuata una scoperta sorprendente nel deserto del Negev, che di fatto sta contribuendo a riscrivere la storia delle antiche rotte commerciali. Nel corso dello scavo condotto dall’Autorità Israeliana per le Antichità, sono stati rinvenuti dei resti di tombe risalenti a 2.500 anni fa.

Si suppone possano essere connesse a delle carovane provenienti da terre lontane, come la Fenicia, l’Egitto o lo Yemen. Ecco cosa sappiamo in merito.

Antiche tombe riscoperte

Accanto ai corpi ritrovati in queste antichissime tombe, risalenti a circa 2.500 anni fa, sono stati rinvenuti numerosi oggetti dal grande valore, tanto commerciale quanto simbolico:

  • frecce yemenite;
  • monili in rame;
  • monili in argento;
  • recipienti in alabastro.

Il tutto si trova nel cuore delle alture del Negev, nei pressi dello snodo viario di Tlalim. Un ritrovamento che racconta la storia di carovane commerciali che, in viaggio dall’Arabia meridionale, fronteggiavano numerose difficoltà attraverso il deserto. Il tutto per poter essere in grado di commerciare merci dal grande valore, come incenso, mirra e forse anche esseri umani.

Ecco le parole del dottor Jacob Vardi, esperto dell’Autorità per le Antichità:

“La concentrazione di manufatti in selce rinvenuti è unica in tutto Israele. La loro origine sembra ricondurre chiaramente allo Yemen e all’Oman. Alcuni strumenti portano ancora tracce di ocra rossa, usata nei rituali religiosi antichi e simbolo del sangue. Ciò potrebbe indicare un significato cerimoniale o spirituale di questi oggetti”.

Gli oggetti ritrovati

Quanto rinvenuto nei pressi dei cadaveri è di enorme importanza, perché contribuisce a colmare i vuoti di questa antica storia. Le sepolture sono state datate tra il VII e il V secolo a.C., e al loro interno c’erano:

  • gioielli in metallo;
  • pietre colorate;
  • conchiglie rare;
  • amuleti a forma del dio egizio Bes (protettore di donne e bambini);
  • numerosi contenitori d’incenso.

Il fatto che i materiali individuati provengano da regioni tanto diverse, suggerisce un ampio scambio culturale attraverso l’Arabia meridionale, l’Egitto, la Fenicia e addirittura l’Europa meridionale.

Sono presenti decine di sepolture, il che ha spinto i ricercatori a ipotizzare due possibili scenari:

  • il sito era sfruttato come necropoli dalle carovane di passaggio. Un luogo ben noto per generazioni;
  • il sito era una sepoltura collettiva connessa a un evento drammatico, come un attacco subito lungo il pericoloso viaggio compiuto.

Gli studiosi spiegano come l’assenza di insediamenti, fortezze o altri siti nei paraggi sia molto rilevante. Indirizza infatti le ipotesi, mancando le basi per una differente spiegazione di queste tombe.

“La loro posizione strategica, in un naturale crocevia del Negev, suggerisce che fossero legate alle rotte commerciali del tempo. È noto che le carovane arabe percorrevano lunghe distanze in condizioni estreme, affrontando il clima ostile e il rischio di predoni”.

Tratta di esseri umani

Alcuni dettagli indicano la presenza di donne. Un elemento che apre alla possibilità che alcune carovane commerciassero esseri umani. Di fatto alcuni testi dei mercanti minei (Yemen, I millennio a.C.) parlano chiaramente di acquisti di donne provenienti da:

  • Gaza;
  • Egitto;
  • Grecia;
  • Moab;
  • Edom.

“Questa scoperta dimostra quanto il Negev fosse un crocevia vitale nell’antichità – conclude Eli Escusido, direttore dell’Autorità per le Antichità – un luogo di incontro tra popoli, culture e commerci. Grazie a ricerche multidisciplinari, potremo comprendere meglio le dinamiche sociali ed economiche che attraversavano questa regione millenni fa”.

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