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SCIENZA

Le ossa del volto umano più antico conosciuto nell'Europa occidentale trovati in Spagna

In Spagna è ritornato alla luce il volto di un uomo antichissimo, il più vecchio del "europeo" mai ritrovato dagli esperti

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Un team di ricercatori ha portato alla luce dei frammenti fossili dalla grande importanza. È tornato alla luce un antico volto umano, di fatto il più vecchio noto in Europa occidentale. Una scoperta avvenuta in Spagna, precisamente nella grotta Sima del Elefante, nei pressi di Atapuerca, in Burgos.

Un antico viso umano

Come detto, i resti umani rinvenuti in Spagna sono molto antichi, ma quanto? La porzione d’uomo scoperta risale a 1,1-1,4 milioni di anni fa. Si suggerisce, dunque, che almeno due specie umane primitive abbiano vissuto nella regione nel primo Pleistocene.

Un elemento cruciale nell’ampio processo di studio dell’evoluzione umana in Europa. Sappiamo che i primi esseri umani lasciarono l’Africa 1,8 milioni di anni fa, almeno. Sono stati rinvenuti dei resti di Homo erectus in Georgia.

In Europa occidentale, però, le datazioni dei ritrovamenti non sono mai andati oltre 1,1 milioni di anni fa, circa. Gli scavi nella grotta Sima del Elefante, però, hanno portato alla luce nuove evidenze notevoli. Spazio a fossili più antichi di Homo antecessor, simili però all’Homo erectus. Un elemento necessario da sottolineare, dal momento che i ricercatori hanno dovuto coniare l’espressione Homo affinis erectus.

La scoperta di Pink

Il fossile in questione ha ricevuto un soprannome molto particolare. Viene infatti chiamato “Pink” dagli esperti, in onore dei Pink Floyd. L’ispirazione giunge dal celeberrimo album The Dark Side of the Moon, che in spagnolo si traduce come il “volto nascosto” della Luna.

Gli studi effettuati in merito alla struttura del fossile stanno consentendo di ricostruirne le caratteristiche. Sappiamo che Pink aveva un naso piatto. Una differenza notevole rispetto all’Homo antecessor. Le sue caratteristiche facciali, infatti, erano più simili all’uomo moderno. Una scoperta già definita di fondamentale importanza. Il motivo? Si tratta di un tassello chiave nel quadro generale dell’analisi delle migrazioni umane e delle condizioni ambientali di quel periodo.

Si ipotizza un drastico raffreddamento climatico avvenuto circa 1,1 milioni di anni fa. Un evento devastante che potrebbe aver costretto l’uomo ad abbandonare in massa l’Europa occidentale, portando al successivo ripopolamento con nuove varianti della specie.

Un antico ecosistema

Le analisi condotte all’interno della grotta di Sima del Elefante hanno rivelato un vero e proprio ecosistema, molto ricco e rigoglioso. Uno sguardo alla vegetazione e alla fauna del tempo, con bisonti, ippopotami e cervi principalmente.

Sono stati inoltre rinvenuti degli strumenti realizzati in quarzo e selce, insieme con ossa animali. Chiari segni di macellazione, poi, evidenziano il grado evolutivo di quelle popolazioni. Si suggerisce infatti l’uso di utensili avanzati per la lavorazione della carne. Un dente del fossile presenta inoltre un solco. Ciò potrebbe essere stato provocato dall’uso di uno stuzzicadenti primitivo.

Un passo in avanti nella comprensione dei primi europei, ha evidenziato il dottor Bermudez de Castro. Al fine di determinare con certezza l’identità della specie, però, sarà necessario trovare ulteriori fossili. La ricerca, dunque, continua con la speranza di ottenere una visione sempre più chiara sulla nostra evoluzione in quanto europei.