SCIENZA

Hanno trovato una tomba che racconta un rituale antichissimo e inquietante

Un corredo fatto di preziosi oggetti in oro, ma non solo: l'antica tomba trovata nel parco archeologico di El Caño rivela un antico e inquietante rituale che costringeva uomini e donne a morire con il loro sovrano

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La morte esiste da sempre, la morte è ciò che dall’alba dei tempi accompagna l’uomo. La morte è, al tempo stesso, spauracchio e stimolo per gli esseri umani, che sapendo di andare incontro a un inevitabile epilogo fanno del loro meglio per dare significato all’esistenza. Forse è proprio per questo che i riti mortuari sono così interessanti: sono lo specchio del credo che nel corso dei secoli ha accompagnato gli esseri umani. A confermarlo è anche il recente ritrovamento di una tomba che fa luce su un’antica e inquietantissima cerimonia.

Sì, perché all’interno del sepolcro, ritrovato nel parco archeologico di El Caño, a Panama, sono stati rinvenuti non solo un ricchissimo corredo funerario in oro puro e dei preziosi manufatti in ceramica, ma anche (e soprattutto) dei resti umani che raccontano nel dettaglio quanto stretto fosse il legame tra la classe nobile/dirigente e la servitù (o più semplicemente i sudditi) nel periodo pre-ispanico, tra il 750 e l’800 dC.

Il ritrovamento dell’antica tomba a Panama

Come sempre andiamo per ordine: un team di archeologi era al lavoro, come già accennato, nel parco archeologico di El Caño. Una parte di questo sito archeologico era già da tempo stata identificata come area a uso funerario, anche se non c’erano ancora delle prove per classificarla come necropoli vera e propria. Di certo, questa porzione di terreno era utilizzata dai nativi di quella zona a partire dal 700 d.C, quando furono costruiti dei monoliti, il cimitero e un’area cerimoniale con alcuni edifici ricchi di paramenti e oggetti con funzioni sacre.

Gli usi e i costumi dei nativi della zona vanno inquadrati nell’antica cultura Coclé (200 a.C/1550 d.C.), una delle culture della cosiddetta Area Intermedia dell’America Centrale precolombiana. Gli archeologi non sono rimasti dunque sorpresi quando hanno portato alla luce un corredo interamente in oro, formato da pettorali, cinture sferiche, braccialetti, orecchini, campanelli e placche. A sorprenderli è stato notare che tutti quegli oggetti erano legati a un’unica e antichissima tomba, all’interno della quale si trovavano però moltissimi resti umani.

I resti umani e il rituale macabro

I meno informati e meno esperti potrebbero pensare, vista la presenza di questi resti, a una specie di fossa comune. Invece, le cose non stanno affatto così. La dottoressa Julia Mayo, leader del progetto archeologico, e il suo team, hanno subito capito che la tomba doveva appartenere a qualcuno di estremamente importante e che gli altri resti appartenevano a dei “compagni di viaggio“, che erano stati appositamente scelti per seguirlo e servirlo anche dopo la morte.

Si tratta di veri e propri sacrifici umani, cosa che non era affatto insolita nel periodo pre-colombiano. Proseguendo con lo scavo, infatti, gli studiosi hanno rintracciato il luogo di riposo del defunto “principale”, un ricchissimo notabile, un uomo che in vita doveva essere considerato quasi alla stregua di una divinità, posizionato in maniera centrale. Intorno a lui, in posizioni casuali (quasi a sottolineare la condizione sociale inferiore) sono stati rintracciati gli altri resti.

La dottoressa Julia Mayo, in accordo con il suo team e con tutte le informazioni storiche del periodo, ha poi dipinto il rituale: le persone sepolte con il notabile erano state designate e già preparate prima al loro viaggio e sapevano che sarebbero morte lo stesso giorno. Non potendolo più servire in vita, sostanzialmente, le persone in questione sono state uccise per avere il privilegio di continuare a servire il defunto nella morte, accompagnandolo nel cammino che lo avrebbe ricongiunto alle divinità.

L’importanza della scoperta

«Questa scoperta – ha detto la dottoressa Mayo – è fondamentale perché ci conferma la presenza di quelle che vengono chiamate sepolture multiple e simultanee. Le chiamiamo così perché consistono in sepolture di un numero variabile di persone (tra 8 e 32) che vedono al centro persone di alto rango e attorno persone sacrificate per servire come compagni».

Lo scavo del sito non è ancora completo, il che significa che il numero degli individui sepolti in quell’unica tomba non è ancora noto: ci vorranno mesi per stabilire la cifra esatta e per avere informazioni sul sesso e sull’età degli sventurati compagni di viaggio.

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