Anche Netflix lascia la Russia
Le sanzioni economiche imposte da Europa e America alla Russia di Putin non risparmiano neanche l'industria dell'intrattenimento: anche Netflix abbandona il paese, dove ha 1 milione di abbonati
Do svidanya Netflix. Addio Netflix. Almeno in Russia e come conseguenza della guerra e invasione dell’Ucraina. E così, il colosso americano dello streaming e della produzione di serie TV ha deciso di seguire le orme di altre grandi aziende sospendendo iscrizioni e rinnovo degli abbonamenti fino a data da destinarsi. Chi in Russia possiede un abbonamento a Netflix, circa 1 milione di persone, può continuare a vedere i programmi preferiti fino al termine del contratto. Poi calerà il buio sul canale americano.
All’agenzia Reuters un portavoce di Netflix ha dichiarato semplicemente: “Date le circostanze, abbiamo deciso di sospendere il nostro servizio in Russia“. E il boicottaggio riguarda anche la produzione di quattro nuove serie TV in lingua russa e con esse anche gli investimenti per la produzione, set, attori e autori. Sempre fino a data da destinarsi. Ma Netflix non è la sola azienda dell’entertainment a sospendere l’attività in Russia. Il boicottaggio economico, perché di questo si tratta, vede coinvolte moltissime altre aziende del comparto creativo. Netflix dunque si è accodata alle altre major, come Disney, Universal, Paramount, Warner Bros e Sony che hanno deciso di sospendere ogni attività.
Le grandi aziende lasciano la Russia
Non solo film o serie TV. Ma anche tecnologia. Da Meta con Facebook a Alphabet Inc. ossia Google con YouTube, ma anche Microsoft o Samsung, da TikTok (che è cinese, quindi in teoria amica della Russia) a Apple, come rileva l’Ispi, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale sono circa 120 aziende, tra BigTech e grandi gruppi, che hanno annunciato o stanno annunciando il ritiro o la sospensione parziale delle loro attività. A causa delle sanzioni imposte dall’Europa e dagli Stati Uniti a chiunque operi con individui, imprese, banche o istituzioni russe.
Molto interessante la posizione di TikTok poiché ha annunciato che gli utenti russi della sua popolare app non sarebbero più in grado di pubblicare nuovi video o live streaming e inoltre non sarebbero più in grado di vedere video condivisi da altre parti del mondo. Ricordiamo che il social basato sull’app di video è proprietà della cinese ByteDance.
Anonymous attacca le Tv russe
Anche gli hacker del collettivo Anonymous hanno deciso di intervenire nel conflitto ovviamente a modo loro: interrompendo le trasmissioni della TV pubblica russa e mandando in onda le immagini del conflitto in atto in Ucraina.
Anonymous domenica 6 marzo ha hackerato la tv di Stato Russia 24, Channel One, Mosca 24 ma anche lo streaming Wink e Iv mostrando ai russi cosa accade in Ucraina. L’azione rientra nella cosiddetta controinformazione e ha lo scopo di informare i cittadini russi, in risposta alla propaganda di Putin.
Probabilmente anche queste azioni di “guerriglia informatica“, se così le possiamo definire, sono alla base delle ipotesi (al momento smentite da Mosca) di scollegare il territorio russo dal World Wide Web e di confinarlo all’interno di “Rusnet“, una sorta di mega intranet solo russa, al riparo dai colpi, dai dati e dalle informazioni provenienti dalla rete globale.