SCIENZA

Una balenottera boreale è riapparsa in mare dopo quasi 100 anni

A fare la differenza è stato anche il divieto di caccia alla balena: così la balenottera boreale è riuscita a tornare in Patagonia, dopo ben 100 anni di assenza

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Fonte: iStock

È un periodo decisamente complicato per il nostro pianeta: il riscaldamento globale, le temperature sempre più torride e rigide e gli eventi meteorologici estremi sembrano non dare tregua né agli esseri umani né agli animali. Moltissimi ecosistemi hanno subito e subiscono tuttora enormi danni, eppure, in questo contesto così disastrato, possiamo accenderci di speranza con una bella notizia: la balenottera boreale è riapparsa in mare.

Per chi non lo sapesse, questa specie era praticamente scomparsa dalla costa della Patagonia argentina, dove è stata avvistata poco tempo fa. Era da quasi un secolo che non ce n’era traccia, al punto che si pensava che fosse ormai a un passo dall’estinzione. Invece, un esemplare (e forse anche più d’uno) si è mostrato a un team di studiosi, dimostrando che quando sono ben organizzati gli sforzi di conservazione globale portano a grandi, grandissimi risultati.

Perché le balenottere boreali erano scomparse?

Per capire perché l’avvistamento della balenottera boreale è considerato un vero trionfo, bisogna fare un passo indietro. Purtroppo, come molte balene, la Balaenoptera borealis è stata a lungo vittima di una caccia spietata. Negli anni Venti e Trenta del secolo scorso gli esemplari di questa specie sono addirittura diventati fra i più bersagliati e ricercati, per via del loro olio, della loro carne e dei loro preziosi fanoni (che altro non sono che i “denti”).

Le navi baleniere che operavano lungo le coste dell’Argentina (e non solo) hanno dato vita a una caccia così intensa e incessante da decimarne la popolazione, portandola sull’orlo dell’estinzione nell’area della Patagonia. Solo grazie agli sforzi congiunti di diverse associazioni ambientaliste sono entrati in vigore dei divieti globali sulla caccia commerciale alle balene, che negli ultimi 50 anni ha consentito agli esemplari rimasti di avere respiro. Proprio in seguito a questi divieti il Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas (CONICET) dell’Argentina ha continuato a sperare di avvistare nuovamente la balenottera.

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L’avvistamento della balenottera

Sulle pagine di National Geographic e Reuters il dottor Mariano Coscarella, biologo e ricercatore del CONICET ha proprio spiegato che dopo decenni di caccia, le balenottere boreali erano diventate rarissime: «sapevamo che la loro non era una scomparsa misteriosa, perché era conseguente a quel disastroso periodo di caccia. Avevamo la consapevolezza che non si erano estinte, ma eravamo anche certi che il loro numero fosse ormai così ridotto da rendere impossibile un avvistamento».

Invece, proprio Coscarella e il suo team hanno assistito, meravigliati, alla ricomparsa della balenottera. La squadra di scienziati, nello specifico, stava lavorando a un progetto per dotare le balene dell’area della Patagonia di localizzatori satellitari, per mappare i loro modelli di migrazione, con il finanziamento del progetto Pristine Seas del National Geographic. Mentre registravano filmati dalle barche e usavano droni, un esemplare è comparso in tutta la sua magnificenza.

Impossibile confonderlo con un altro di qualsiasi altra specie: nonostante il loro corpo sia lungo tra i 12 e i 16 metri e il loro peso si aggiri tra le 20 e le 30 tonnellate come altre balene, il loro corpo è snello e idrodinamico, di colore grigio scuro con macchie più chiare sulla pancia. In più, le balenottere boreali hanno delle creste longitudinali sulla parte superiore della testa, anch’esse riconoscibilissime.

Le speranze e le tutele per la specie

Secondo Coscarella e il suo team il ritorno delle balenottere boreali lungo la costa della Patagonia è la dimostrazione che la moratoria globale sulla caccia alle balene è stata fondamentale per la ripresa di questa specie. Il biologo ha sottolineato che «quasi 100 anni dopo, questa popolazione ha iniziato a riprendersi e per di più sta tornando a popolare gli stessi posti in cui viveva prima: è un avvenimento che celebra la resilienza della natura e l’importanza degli sforzi di conservazione sostenuti».

Coscarella ha anche detto che non ci devono essere ripensamenti: basta che anche un solo Paese revochi il divieto di caccia per mettere a repentaglio i progressi faticosamente ottenuti. Le balenottere boreali, infatti, come molte altre specie marine, sono ancora minacciate da vari fattori, tra cui l’inquinamento, i cambiamenti climatici e le collisioni con le navi. Proteggere queste balene richiede, in sostanza, un impegno continuo e globale.

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