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SCIENZA

Il mistero delle balene che scompaiono

In una insenatura dello Stato americano dell'Alaska, il numero di balene sta calando a vista d'occhio per colpa di una serie di fattori

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Una insenatura lunga 130 chilometri, con una larghezza che varia dai 60 km iniziali fino ai 100 della parte finale. È questa la descrizione che si può fare di Kotzebue Sound, una baia che sorge nei pressi del Mare dei Ciukci, sulla costa Ovest dell’Alaska. È anche un luogo di cui si sta parlando con maggiore frequenza da qualche tempo a questa parte per via delle balene.

C’è un mistero che riguarda la baia americana, perché questi cetacei stanno scomparendo a vista d’occhio? Volendo essere ancora più precisi, la popolazione a rischio è quella dei beluga locali, minacciati da una serie di fattori molto diversi tra loro già a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso.

Le balene e il cambiamento climatico

La riduzione di queste balene è iniziata proprio quattro decenni fa, con un totale passato rapidamente da diverse migliaia a poche centinaia. Oggi la situazione è presto detta: si tratta di qualche dozzina di beluga che “frequentano” la zona, forse anche meno. La specie non ha mai potuto dormire sonni tranquilli. In passato era la caccia commerciale a rendere complicata la sua sopravvivenza, ora ci si sta mettendo il cambiamento climatico. Le temperature folli non possono che essere uno stress per i mammiferi in questione, senza dimenticare l’incidenza negativa del maggior traffico navale e dell’inquinamento chimico di queste acque.

Proprio per tutti i motivi citati, gli esperti vogliono studiare più da vicino le balene che stanno sparendo. Un’analisi del genere permetterebbe di capire come la specie riesce a rispondere agli stress. Come altri animali, come ad esempio gli uccelli e le scimmie, i beluga dell’Alaska si adattano alle situazioni più negative trasmettendo le loro “conoscenze” da una generazione all’altra. Il riscaldamento globale richiederà molto probabilmente uno sforzo superiore. L’adattamento degli animali non sarà semplice, come anche quello che sarà chiamata a fare la popolazione del posto.

La caccia alle balene

Gli indigeni che si trovano da queste parti sono di fronte a un dilemma: da una parte c’è la necessità di interrompere una volta per tutte la caccia alle balene dell’Alaska che andrebbe sicuramente a beneficio dei cetacei, ma allo stesso tempo avrebbe conseguenze negative. In effetti, le popolazioni successive potrebbero perdere per sempre le conoscenze che hanno aiutato quelle precedenti a sostenersi in un luogo del mondo non semplice per la vita. I beluga possono di sicuro imparare e adattarsi, anche se gli scienziati hanno rilevato come non tutti gli esemplari siano uguali tra loro da questo punto di vista.

Ad esempio, le balene della Baia di Hudson, nella parte settentrionale del Canada, sono solite migrare in estate, insegnando ai loro cuccioli questa “tradizione” in modo che non vada persa. Ce ne sono poi altre, come appunto quelle di Kotzebue Sound che non sono mai protagoniste di migrazioni tanto diffuse. Sono abituate a rimanere nella loro insenatura, ma tutto questo ha un risvolto negativo. Oltre ai già citati fattori di stress, infatti, la conseguenza di questo comportamento è un sovraffollamento continuo che non fa bene alle balene, ragione per cui gli studi approfonditi sulla specie dovranno registrare un’accelerata decisa in tempi altrettanto rapidi.

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