SCIENZA

Come il cervello ci suggerisce se siamo innamorati: i segnali “spia” inviati al corpo

Quando ci si innamora, la mente e il corpo sono investiti da una serie di grandi cambiamenti: ecco come il cervello ci dice che siamo innamorati

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Sono tanti i modi in cui siamo abituati a chiamare i “sintomi” dell’amore: dalle farfalle nello stomaco alla sensazione di essere al settimo cielo, o camminarci qualche metro sopra, gli effetti dell’innamoramento sul corpo umano sono forse più di quelli che ci aspetteremmo. Il cuore, in tutto questo, non c’entra: tutto inizia dal cervello.

La scienza dell’amore: il cervello

Le emozioni sono un tratto evolutivo che è stato selezionato, nella nostra specie, per meglio rispondere alla necessità di adattarsi a un ambiente che cambia costantemente, e in cui trovare cibo, riparo e un partner può diventare improvvisamente difficile. I piccoli umani sanno riconoscere e comunicare tramite le espressioni del volto le emozioni basilari – come rabbia, paura, gioia, tristezza e sorpresa – già prima dei sei mesi di vita.

Le emozioni connesse al complesso fenomeno neurobiologico che chiamiamo amore sono quelle che guidano gli atteggiamenti cosiddetti “appetitivi”, quelli cioè positivi per la sopravvivenza della specie, come mangiare e riprodursi.

L’amore coinvolge prima di tutto il sistema limbico, cioè la parte del nostro cervello che si occupa di percepire il passare del tempo ma anche di formare i ricordi e costruire sentimenti ed emozioni. L’amigdala, l’ippocampo e l’ipotalamo sono le regioni più note del sistema limbico: qui avvengono i processi connessi con il cosiddetto meccanismo di ricompensa, e non è un caso se esistono grandi somiglianze tra quello che avviene nel cervello durante le prime fasi dell’innamoramento e ciò che succede quando si sviluppa una dipendenza. A livello neurobiologico, s’intende.

La Professoressa Donatella Marazziti dell’Università di Pisa ha scoperto per esempio che le prime fasi dell’amore sono associate a bassi livelli di serotonina, cosa che avviene anche a chi soffre di disturbi ossessivi-compulsivi. Per ristabilire i livelli di serotonina e uscire dalla “follia” ossessiva dell’innamoramento sono necessari dai 12 ai 18 mesi di relazione.

I segnali spia dell’innamoramento

Uno studio della Dottoressa Helen E. Fisher pubblicato nel 2016 sulla rivista Frontiers of Psychology collegava apertamente l’amore e l’abuso di sostanze, allo scopo di mostrare che conoscere i meccanismi di ricompensa che agiscono durante l’innamoramento può fornire importanti strumenti per intervenire nel trattamento delle dipendenze.

Gli innamorati, si legge nella ricerca, “mostrano molti sintomi tipici delle dipendenze, che siano da sostanze o comportamentali: euforia, eccitazione, dipendenza fisica e psicologica” dall’oggetto del sentimento.
L’euforia è una delle emozioni che possono darci una “spia” importante: qui è in gioco il rilascio di dopamina, che agisce sul sistema nervoso simpatico causando due segnali molto noti agli innamorati, ovvero l’accelerazione del battito cardiaco e l’aumento della pressione sanguigna.

Nel momento in cui si provano emozioni come senso di sicurezza e fiducia, interviene anche l’ossitocina, anche nota come “l’ormone dell’amore”: è la sostanza che il cervello produce quando vediamo qualcuno che amiamo, ed è collegata con la capacità di “leggere” le emozioni altrui. Sentirsi particolarmente ben disposti verso le persone e particolarmente gioiosi è un classico segnale dell’innamoramento.

Ma le famose “farfalle nello stomaco” indicano un’altra serie di sintomi legati all’amore: quando si vede la persona amata i livelli di stress aumentano, esattamente come avviene in caso di pericolo, quindi possiamo sentirci ansiosi e nervosi. Sudore alle mani, volto arrossito e il “cuore in gola” sono il ritratto perfetto dello stress d’amore. Altri segnali spia che possono indicarci un innamoramento in corso sono la mancanza d’appetito e degli improvvisi cambiamenti del ritmo del sonno.

Se poi vi è mai capitato di sentirvi all’improvviso completamente stupidi, potrebbe essersi trattato anche stavolta di un effetto collaterale dell’amore: quando ci si innamora, alcune parti del cervello che generalmente si occupano di monitorare il pericolo e prendere le decisioni giuste vanno letteralmente in ferie, lasciandoci nel mondo fatato degli innamorati a prendere pessime decisioni, ma con grande gioia.

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