ChatGPT arriva su WhatsApp gratis: cosa può fare e cosa no
ChatGPT su WhatsApp è gratis per tutti i 2 miliardi di utenti dell'app di chat, ma con delle significative limitazioni rispetto alle altre implementazioni del chatbot
Si dice sempre che, ormai, l’AI è ovunque e l’ultima mossa di OpenAI sembra confermare questa sensazione: ChatGPT, il chatbot AI più famoso al mondo, è adesso disponibile tramite WhatsApp, l’app di messaggistica più usata al mondo.
Una “combo” micidiale e dalle potenzialità enormi, che permette adesso a 2 miliardi di persone nel mondo di usare in modo semplice il chatbot di OpenAI, tramite un’app che conoscono bene e senza alcun bisogno di imparare nuovi comandi.
ChatGPT su WhatsApp è gratis, ma ha diverse limitazioni rispetto all’app autonoma per smartphone e alla versione web. In più, OpenAI adesso permette di telefonare a ChatGPT e interagire con l’AI tramite la voce, al telefoni, ma solo negli Stati Uniti e in Canada.
Come funziona ChatGPT su WhatsApp
Per utilizzare ChatGPT su WhatsApp, gli utenti devono aggiungere un numero dedicato al loro elenco di contatti e avviare una conversazione come se si trattasse di un normale messaggio. Il numero da aggiungere è +1 (800) 242-8478 e il profilo che viene aggiunto è un account business.
Una volta avviata la conversazione, gli utenti possono interagire con ChatGPT come farebbero con un qualsiasi altro contatto. ChatGPT risponde in modo coerente e pertinente alle domande e alle richieste, sfruttando un vasto database di conoscenze e algoritmi di machine learning per produrre risposte sempre più sofisticate.
Cosa può fare ChatGPT su WhatsApp
ChatGPT su WhatsApp è gratuito e facile da usare, ma ha dei limiti.
Il modello linguistico utilizzato da questo chatbot è GPT-4 e non è implementato in multimodale. Ciò vuol dire, in pratica, che è possibile usare ChatGPT su WhatsApp solo scrivendo dei prompt nella chat e non inserendo delle foto o immagini, né parlando.
ChatGPT su WhatsApp, inoltre, non può generare immagini, non può accedere a Internet per ottenere informazioni aggiornate e la sua conoscenza si ferma a dati di ottobre 2023.
Infine, OpenAI afferma che c’è un limite massimo di interazioni con il chatbot che ogni utente può avere in un solo giorno, ma non comunica a quanto ammonti tale limite.
ChatGPT, WhatsApp e privacy
OpenAI afferma di non salvare i dati immessi dall’utente per scopi commerciali, né per addestrare ulteriormente l’intelligenza artificiale.
Le conversazioni vengono archiviate solo temporaneamente e monitorate per prevenire abusi. Gli utenti hanno la possibilità di richiedere la cancellazione o l’esportazione dei propri dati.
Inoltre, OpenAI ha chiarito che le registrazioni delle chiamate vocali (disponibili solo in USA e Canada) non verranno utilizzate per addestrare i modelli linguistici. Il timore di molti, infatti, è che l’AI possa “rubare la voce” agli utenti.
Italia: ChatGPT sì, Meta AI no
Chi segue con interesse l’evoluzione delle tecnologie di intelligenza artificiale, e la loro implementazione in app e servizi di uso quotidiano, a questo punto si starà chiedendo come mai, in Italia (e nel resto d’Europa), su WhatsApp sia disponibile ChatGPT (e il suo gemello diverso Microsoft Copilot) e non anche Meta AI.
La risposta è da cercare, come al solito quando si parla di un prodotto Meta, nella politica di gestione dei dati e della privacy degli utenti.
Meta, infatti, è proprietaria di WhatsApp, Facebook, Instagram e Threads e ha diversi obblighi legali in Europa, derivanti dai due famigerati regolamenti DMA e DSA. OpenAI, invece, possiede solo ChatGPT e usa WhatsApp tramite le normali interfacce di programmazione API.
Ciò vuol dire che OpenAI non può avere accesso ai dati dell’utente, tranne quelli inseriti nella chat con il chatbot, mentre Meta ha teoricamente accesso a tutti i dati di tutte le chat, seppur criptati.
A differenza di OpenAI, quindi, Meta è costretta dalla UE a dimostrare che non userà quei dati e che proteggerà la privacy dell’utente.