SCIENZA

Sotto il mare di Vulcano, in Sicilia, hanno scoperto il batterio "Chonkus"

Un "superbatterio" dalle caratteristiche uniche potrebbe aiutarci a contrastare gli effetti del cambiamento climatico: cosa sappiamo.

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Una nuova scoperta è avvenuta nelle acque di Vulcano, in Sicilia. Un ambiente particolare e congeniale per la proliferazione di un nuovo cianobatterio, UTEX 3222, soprannominato “Chonkus” e potenzialmente importante per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. A condividere la scoperta è stato il microbiologo Max Schubert che ha lavorato con un team internazionale di ricerca.

La scoperta di “Chonkus”

Come anticipato, “Chonkus” è stato scoperto nelle acque al largo dell’isola di Vulcano, ricche di gas vulcanico. Max Schubert e il suo team sospettavano che fosse terreno fertile per la ricerca di microbi fotosintetizzanti e che consumano carbonio e, alla fine, hanno scoperto che proprio quelle acque contengono un ceppo mutante spontaneo del Synechococcus elongatus, una specie di batteri fotosintetizzanti. Lo studio dal titolo Cyanobacteria newly isolated from marine volcanic seeps display rapid sinking and robust, high-density growth è stato pubblicato su Applied and Environmental Microbiology lo scorso ottobre.

S. elongatus ha caratteristiche molto particolari. Prima di tutto cresce a grande velocità e poi ha una ottima resistenza ai fattori di stress ambientale. “Chonkus”, nello specifico, è una sorta di versione “superpotente” di questo batterio: grazie agli esperimenti di laboratorio, il team di Schubert ha scoperto che le singole cellule sono molto più grandi rispetto a quelle di altri cianobatteri a crescita rapida e che sono presenti in colonie più grandi. Ma non solo, perché “Chonkus” contiene anche maggiori quantità di carbonio.

Perché questa nuova scoperta è importante

Tutte queste caratteristiche rendono la scoperta davvero importante perché “Chonkus”, di fatto, potrebbe essere molto più efficace rispetto a qualsiasi altro cianobatterio nella cattura del biossido di carbonio, ovvero dell’anidride carbonica presente nelle acque marine. Ciò significa che potrebbe essere utile per contrastare gli effetti del cambiamento climatico.

Gli esperimenti in laboratorio che hanno consentito al team di ricerca di isolare questo batterio, hanno dimostrato che cresce molto rapidamente raddoppiando le dimensioni della colonia in circa due ore. “Molti dei tratti che abbiamo osservato in Chonkus non sono intrinsecamente utili nel loro ambiente naturale – ha detto Braden T. Tierney, co-autore dello studio -. Essere in grado di raggiungere un’elevata densità a temperature più alte è molto utile negli ambienti industriali che utilizziamo per produrre molti beni e prodotti e può aiutare a sequestrare più carbonio. Nel mondo esiste un’incredibile quantità di diversità microbica e crediamo che sia più efficiente cercare i microbi che si sono già evoluti per avere successo negli ambienti rilevanti per l’uomo”.

I ricercatori hanno stimato che sfruttare questo “superbatterio” potrebbe portare alle industrie un risparmio tra il 15 e il 30% sui costi energetici normalmente affrontati per il sequestro del carbonio, ma è altrettanto vero che l’impiego dei cianobatteri in generale potrebbe essere utile per la produzione di biocarburanti e bioplastiche. Attualmente i campioni di UTEX 3221 sono conservati presso la Culture Collection of Algae dell’Università del Texas e sono disponibili per l’uso da parte di altri ricercatori.

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