La scoperta sull'alga che mangia CO2: potrebbe aiutare contro la crisi climatica
Esiste un'alga che mangia CO2 e per questo potrebbe aiutare l'uomo a contrastare la crisi climatica: la sfida è capire come poterla impiegare
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“Chonkus” è il modo in cui è stata chiamata un’alga che mangia CO2 e che potrebbe rivelarsi un’arma a nostro favore per combattere il cambiamento climatico. Ora il compito dell’uomo consiste nel capire come usarla al meglio.
L’alga che mangia CO2: cosa sappiamo
Esiste un’alga che potrebbe rivelarsi una risorsa fondamentale per contrastare la crisi climatica. Il suo nome scientifico è Synechococcus elongatus, ma è stata soprannominata dagli scienziati “Chonkus” per la forma tondeggiante e il peso. Si tratta di una particolare varietà di cianobatterio che si distingue per la capacità di assorbire una quantità straordinaria di anidride carbonica e di stoccarla in modo particolarmente efficace.
Chonkus non è solo un’alga che cresce velocemente e prospera in ambienti ricchi di CO2, ma ha anche la sorprendente capacità di inabissarsi naturalmente verso il fondale marino, dove intrappola il carbonio in una sorta di “fango” denso, impedendo il suo ritorno nell’atmosfera.
Scoperto vicino all’isola di Vulcano, in Sicilia, questo cianobatterio è stato trovato in acque ricche di gas emessi dai crateri vulcanici sottomarini, dove il carbonio è abbondante. L’alga potrebbe rappresentare una risorsa preziosa proprio per lo stoccaggio del carbonio stesso, un processo cruciale nella lotta contro il riscaldamento globale.
Il comportamento di Chonkus, che si sviluppa in ambienti ricchi di CO2 e poi affonda, è particolarmente interessante per i ricercatori che provano a trovare soluzioni naturali allo scopo di catturare l’anidride carbonica e ridurne la concentrazione nell’atmosfera.
Un’altra cosa che rende Chonkus un “campione” nella battaglia contro il cambiamento climatico è la sua rapidità di crescita e la capacità di accumulare carbonio in granuli all’interno delle sue cellule. In laboratorio, gli scienziati hanno osservato che, quando sviluppatasi in condizioni ideali, quest’alga forma colonie molto dense, le quali potrebbero essere facilmente raccolte per applicazioni industriali. La sua caratteristica di affondare rende anche più facile concentrarla e stoccarla senza dover affrontare le difficoltà logistiche legate alla raccolta di altre alghe più leggere, che galleggiano sull’acqua.
Applicazioni dell’alga utili all’ambiente e all’uomo
La scoperta è frutto di un’eccezionale collaborazione internazionale che ha portato un gruppo di scienziati, tra cui Max Schubert e Braden Tierney, a indagare gli effetti dell’elevata concentrazione di CO2 sulle alghe. I ricercatori hanno scelto l’isola di Vulcano come luogo ideale per l’esperimento poiché le sue acque vulcaniche offrono una naturale concentrazione di anidride carbonica. Qui, tra le acque termali e i gas vulcanici, infatti è emersa la particolare alga.
Chonkus potrebbe rivelarsi una risorsa industriale per il sequestro del carbonio, riducendo i costi legati alla raccolta e al trattamento delle alghe per usi commerciali. Inoltre, niente vieta di utilizzarla per produrre integratori alimentari, come gli acidi grassi omega-3, l’antiossidante astaxantina e la spirulina, un noto alimento ad alto contenuto proteico.
Le implicazioni della scoperta dell’alga che mangia CO2 sono molto promettenti, non solo per l’ambiente, ma anche per l’industria della biotecnologia. Ad esempio, sarebbe ideale per la bioproduzione a larga scala di molecole utili alla salute umana. Inoltre, questo tipo di alga potrebbe essere utilizzato in futuro in impianti di decarbonizzazione industriale, dove il suo ruolo sarebbe di assorbire e immagazzinare grandi quantità di anidride carbonica.
I ricercatori non si fermano qui. Oltre a mettere a disposizione i campioni di Chonkus per ulteriori studi, sono impegnati a trovare altre varietà di microbi che possano essere utilizzati per la cattura del carbonio e la produzione di sostanze utili.
Un altro aspetto importante del lavoro riguarda la sicurezza: la scienza sta già lavorando su strategie di bio-contenimento per evitare che queste alghe fuoriescano dai bioreattori, dove vengono coltivate, e diventino invasive in ambienti naturali.
L’alga che mangia la CO2, pur non essendo una “soluzione magica” alla crisi climatica, rappresenta un passo importante verso l’uso di risorse naturali per affrontare la crescente emergenza del cambiamento climatico. Se sfruttata correttamente, Chonkus potrebbe diventare uno degli strumenti chiave per ridurre la concentrazione di CO2 nell’atmosfera, trasformando il carbonio in risorse utili per l’umanità.