CO2 nell'aria, ecco la mappa globale degli Stati con maggiori concentrazioni
La NASA ha realizzato una mappa globale che mostra le concentrazioni di CO2 nell'atmosfera, rivelando quali sono i Paesi con i livelli più elevati di anidride carbonica.
Negli ultimi anni si parla molto di inquinamento atmosferico, ma cosa sappiamo davvero su questo fenomeno? I livelli di anidride carbonica nell’aria rappresentano un problema da non sottovalutare, perché sono responsabili del continuo innalzamento della temperatura globale di cui abbiamo avuto chiara evidenza nel 2023, l’anno più caldo di tutti i tempi. Per mostrare in maniera più chiara l’emergenza cui stiamo andando incontro, la NASA ha realizzato una mappa interattiva che mette in luce le fluttuazioni della concentrazione di CO2 in tutto il mondo.
La mappa globale delle concentrazioni di CO2
L’idea di evidenziare su mappa ciò che sta accadendo con i livelli di anidride carbonica ha una duplice funzionalità: per gli scienziati si tratta di un modo per individuare nuove criticità e sviluppare modelli sempre più attendibili sulle fluttuazioni della CO2 a livello globale, mentre per i cittadini è un vero e proprio “allarme” affinché la situazione non venga più sottovalutata. Lo Scientific Visualization Studio della NASA ha elaborato la mappa grazie ad un modello chiamato GEOS (Goddard Earth Observing System), che fa uso di dati osservazionali a terra e strumenti satellitari per evidenziare ad altissima risoluzione ciò che accade nell’atmosfera.
La mappa raccoglie informazioni sulle concentrazioni di anidride carbonica e sul movimento del gas nell’atmosfera terrestre nel periodo compreso tra gennaio e marzo 2020. Se ne possono trarre conclusioni molto interessanti: ad esempio, appare chiaro come le aree più densamente popolate (tra cui la Cina, l’Asia meridionale e gli Stati Uniti) siano quelle che registrano maggiori livelli di CO2. Qui le fonti principali di inquinanti sono le centrali elettriche, gli stabilimenti industriali e il traffico. In Africa e Sudamerica, invece, le emissioni derivano dagli incendi, sia spontanei che provocati per la gestione del territorio e la deforestazione.
Una caratteristica curiosa è la pulsazione che si può notare nelle emissioni di CO2, a che cosa è dovuta? Gli esperti rivelano che ci sono due cause da tenere in considerazione. La prima è il naturale ciclo giorno-notte: durante le ore diurne si concentra la maggior parte delle attività umane che produce anidride carbonica, così come gli incendi boschivi (che solitamente divampano di giorno e si estinguono di notte). La seconda è invece la fotosintesi clorofilliana: le piante assorbono anidride carbonica dall’atmosfera durante la giornata, per poi rilasciarla di notte attraverso la respirazione.
Il problema dell’anidride carbonica nell’atmosfera
La mappa globale realizzata dalla NASA ci permette di visualizzare concretamente il problema delle alte concentrazioni di CO2 nell’atmosfera, che sono prevalentemente responsabili del cambiamento climatico – in accelerazione negli ultimi anni. Abbiamo visto come il 2023 sia stato l’anno più caldo mai registrato nel periodo post-industriale, e quello che stiamo vivendo non è certo da meno. La gran quantità di anidride carbonica che produciamo quotidianamente ha un enorme impatto sul clima, perché si tratta di un gas serra che intrappola il calore, impedendone la dispersione nello spazio.
La CO2, in sé, non è affatto dannosa per la Terra: il nostro pianeta ne ha bisogno per mantenersi sufficientemente caldo, in modo da ospitare la vita. Tuttavia, la crescente attività umana ha portato ad un incremento notevole nei suoi livelli, che si rivela controproducente. La Terra ha iniziato così a riscaldarsi troppo e troppo velocemente – basti pensare che la concentrazione di anidride carbonica è passata da 278 parti per milione nel 1750 a ben 427 parti per milione nel 2024. È dunque giunto il momento di attuare misure concrete per affrontare il problema, nel tentativo di contrastare il galoppante riscaldamento globale.