Come condividere l'abbonamento Netflix, Spotify e altri
Condividere un abbonamento a un servizio digitale è possibile, anche grazie a piattaforme online specializzate. Alcuni servizi, però, vietano questa pratica.
Condividere l’abbonamento è un buon sistema per ridurre la spesa per i sempre più diffusi servizi digitali. Quando previsto dalle condizioni di utilizzo, infatti, più persone (un gruppo di amici, di colleghi o una famiglia) può organizzarsi per suddividere la spesa necessaria a sostenere il pagamento del canone mensile o annuale di un servizio.
Da anni, la condivisione dell’abbonamento è una pratica molto diffusa, soprattutto per servizi come Netflix, Spotify e altre piattaforme di streaming. Non sempre, però, tale pratica è accettata dall’azienda che eroga il servizio e che spesso disincentiva la condivisione.
Vediamo tutto quello che c’è da sapere sulla condivisione degli abbonamenti digitali.
- Come funziona la condivisione dell'abbonamento
- Come condividere l'abbonamento a Netflix
- Come condividere l'abbonamento a Spotify
Come funziona la condivisione dell’abbonamento
Il meccanismo alla base della condivisione di un abbonamento è semplice: un gruppo di persone si può mettere d’accordo per suddividere il costo di un abbonamento. L’importo dell’abbonamento, ad esempio, potrà essere diviso in parti uguali oppure, a turno, ogni membro del “gruppo” si impegnerà a pagare il canone mensile. Ogni gruppo di condivisione può definire le regole per suddividere i costi.
A semplificare la condivisione degli abbonamenti ai servizi digitali ci sono piattaforme online specializzate. La più nota è Together Price, che consente di creare (per i servizi che consentono la pratica della condivisione) dei veri e propri gruppi d’acquisto per suddividere le spese, con anche un sistema di reputazione per gli utenti, fondamentale per gestire un meccanismo di “sharing economy“.
Prima di avviare la condivisione di un abbonamento è necessario verificare quelle che sono le condizioni d’uso degli abbonamenti condivisibili tra più utenti. Molto spesso, infatti, le aziende che propongono questi abbonamenti fissano dei requisiti da rispettare (è necessario vivere nella stessa casa ad esempio). Due casi esemplificativi in merito a quanto detto sono Netflix e Spotify, piattaforme leader dei loro rispettivi settori.
Come condividere l’abbonamento a Netflix
Non tutte le piattaforme consentono la condivisione al di fuori della propria famiglia. È il caso, ad esempio, di Netflix che ha introdotto il concetto di Nucleo domestico per descrivere le caratteristiche dei gruppi di persone che possono condividere un abbonamento.
Secondo quanto stabilito da Netflix, un abbonamento alla piattaforma di streaming “può essere condiviso tra persone che vivono insieme e fanno parte dello stesso nucleo domestico“. È possibile aggiungere (a pagamento) degli utenti extra che potranno condividere l’abbonamento anche senza far parte del Nucleo domestico.
È importante conoscere il funzionamento di questo meccanismo prima di attivare un nuovo abbonamento a Netflix.
Come condividere l’abbonamento a Spotify
Un altro popolare servizio che mette a disposizione dei piani di abbonamento condivisibili tra più utenti è Spotify. La piattaforma di streaming musicale propone il piano Family, utilizzabile da “6 membri di una famiglia che vivono insieme“. C’è anche il piano Duo, per due utenti. La condivisione di un abbonamento Spotify, come si legge nei termini di utilizzo del servizio, è ammessa solo quando gli utenti che sfruttano l’abbonamento risiedono allo stesso indirizzo.