SCIENZA

Sta per arrivare La Niña, ecco quando il clima potrebbe cambiare da un momento all'altro

I rischi de La Niña nella stagione degli uragani sono potenzialmente devastanti: ecco i pericoli per l'Italia

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I meteorologi hanno spiegato come El Niño sia ufficialmente terminato. Il fenomeno che ha portato le temperature oceaniche a superare i livelli considerati normali è ormai concluso. Ciò che ci attende, ora, è La Niña, il che vuol dire che le condizioni neutre potrebbero non durare a lungo. Si tratta della controparte più fredda del fenomeno atmosferico, che dovrebbe durare fino a tutto l’inverno nell’emisfero settentrionale.

L’arrivo de La Niña

Secondo l’NWS, c’è il 65% di probabilità che La Niña arrivi tra luglio e settembre. A ciò si aggiunge un’altra percentuale di notevole rilevanza: l’85% di probabilità che si protragga fino a gennaio 2025.

Le previsioni iniziali parlavano di giugno, ma la data è stata spostata in avanti. Ciò vuol dire che La Niña potrebbe imperversare proprio nella stagione degli uragani nell’Atlantico. Un elemento non di secondaria importanza, dal momento che potrebbe aggravare enormemente le condizioni meteo.

La Niña è infatti particolarmente favorevole agli uragani atlantici. La NOAA ha previsto tra le 17 e le 25 tempeste tanto grandi da ricevere un nome. Si tratta del maggior numero mai previsto dall’agenzia a questo punto della stagione.

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La Niña, conseguenze in Italia

L’estate 2024 in Italia (e non solo) sarà condizionata da La Niña in maniera enorme. Ciò vale in realtà in tutt’Europa. Questo evento indica, nello specifico, un raffreddamento della temperatura delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico centrale e orientale.

Stando a quanto indicato dalle previsioni del Climate Prediction Center della NOAA, a giugno le temperature superficiali del mare sono ben al di sotto delle medie climatiche nella maggior parte del Pacifico equatoriale.

Un evento del genere, statisticamente parlando, comporta un aumento delle precipitazioni nel Sud-Est asiatico, in Brasile, in alcune aree dell’Africa e in Australia. Al contempo, però, possono esserci delle fasi di siccità nelle Americhe occidentali, nell’Africa nord-orientale e nel Golfo del Messico.

Sul fronte atlantico, inoltre, ci si aspetta un gran numero di tempeste, dalla cadenza molto frequente. La Niña infatti genera le condizioni favorevoli per la formazione di uragani nel bacino del centro Atlantico. Gli uragani previsti nei prossimi mesi saranno non soltanto più numerosi ma anche più duraturi. Ciò comporta un rischio maggiore per i territori americani.

Questo tipo di fenomeni un tempo riguardava unicamente gli oceani. Oggi invece gli uragani tendono a formarsi anche nel Mediterraneo. Le conseguenze riguardano dunque anche l’Italia. Il nostro Paese rischia di fronteggiare eventi estremi come nubifragi e, in casi eccezionali, “alluvioni lampo”. Basti pensare a quanto accaduto in Toscana e Romagna nel 2023, a Ischia e nelle Marche nel 2022 e in Sicilia nel 2021.

Ci si aspetta, dunque, ingenti quantità d’acqua riversati anche sul nostro Paese. Nonostante tali eventi meteo estremi, però, non si avrà un’estate generalmente fresca, anzi. Il Centro Europeo prevede temperature molto elevate, da record, per il trimestre estivo. Saranno probabilmente interrotte da fenomeni temporaleschi associati a La Niña. Un’Italia in balia del clima mutevole, dunque, con un’estate rovente, nubifragi violenti a interrompere la calura e, in generale, un inverno problematico dal punto di vista dei fenomeni temporaleschi. Allerta soprattutto nelle Regioni del Centro-Nord.

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