SCIENZA

C'è una nuova teoria sull'estinzione dei dinosauri: ecco cosa hanno scoperto

Come si sono davvero estinti i dinosauri e quali sono state le reali cause devastanti dell'asteroide precipitato nel Golfo del Messico: ecco un nuovo studio rivoluzionario

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L’estinzione dei dinosauri dalla faccia della Terra ha sempre affascinato l’uomo. Riuscire a dare giustizia ai resti ritrovati in giro per il mondo da numerose generazioni di esperti è un sogno. Per molti anni abbiamo dato come assodata l’unica teoria dominante, ovvero che un asteroide abbia di fatto spazzato via questa forma di vita. Il tutto circa 66 milioni di anni fa. Ma se le cose fossero più complicate di così?

L’estinzione dei dinosauri: la vera causa

Come detto, la teoria dell’asteroide precipitato nel Golfo del Messico ben 66 milioni di anni fa è imperante nella comunità scientifica. Ecco la causa dell’estinzione dei dinosauri, ma se ci fosse dell’altro? Siamo sempre alla ricerca di ulteriori risposte alle nostre infinite domande. Assetati di ricostruzioni di eventi lontanissimi.

Ci si è dunque soffermati sulle conseguenze climatiche dei detriti nell’atmosfera, in seguito al devastante impatto. Sarebbero queste le reali cause della sparizione dei dinosauri dalla faccia della Terra. Ciò che l’urto di Chicxulub, 66 milioni di anni fa, ha provocato non è altro che una serie di eventi catastrofici, a dir poco, a catena. Il loro insieme, perdurando, ha comportato l’estinzione dei dinosauri.

L’impatto nel Golfo del Messico ha generato incendi devastanti, così come tsunami terrificanti e scosse telluriche. Ciò aiuta a delineare una condizione atroce sul nostro pianeta per ogni forma di vita. Il vero colpo di grazia, però, è rappresentato dalla saturazione dell’atmosfera. Ecco cosa ha reso realmente contribuito a rendere impossibile il proseguire della vita su questo pianeta: la presenza di nubi di zolfo e silicato, in grado di oscurare il Sole.

Ecco l’insieme delle teorie fino a oggi accettate dalla comunità scientifica, riassunte in maniera decisamente striminzita. A ciò si aggiunge però un differente punto di vista, legato a delle particelle di polvere, per quanto possa sembrare incredibile. Sarebbe questa la reale causa scatenante dell’irrimediabile morte dei dinosauri. La loro sospensione nell’atmosfera è perdurata per 15 anni, provocando l’estinzione di queste creature attraverso il definitivo stop della fotosintesi delle piante, con naturale innesco di un raffreddamento su scala globale.

La polvere che si è liberata dall’impatto

Queste conclusioni sono state raggiunte da una ricerca pubblicata su nature Geoscience. A condurla è stato un team guidato dallo scienziato planetario Cem Berk Senel, del Dipartimento di Sistemi di Riferimento e Planetologia dell’Osservatorio Reale del Belgio. Ciò che è stato proposto è una simulazione delle conseguenze climatiche dell’impatto. Il tutto basandosi sull’analisi dettagliata degli strati sedimentari presenti nel sito fossile di Tanis, in Nord Dakota. Per quanto disti ben 3mila km dal cratere dell’impatto di Chicxulub, preserva testimonianze delle condizioni successive allo schianto dell’asteroide.

Stando alla ricerca, l’impatto avrebbe rilasciato almeno 2mila miliardi di tonnellate di polvere nell’atmosfera. Un quantitativo equivalente a ben 11 volte il peso dell’Everest. Uno stravolgimento dell’ecosistema terrestre devastante, al punto che la polvere ha oscurato il Sole, come detto. Fotosintesi interrotta per quasi due anni e conseguente estinzione della vegetazione. Le specie erbivore, inclusi alcuni dinosauri, sono state quindi condannate a morte certa. Sarebbe dunque questa la spiegazione più accurata dal progressivo decesso del 75% delle specie allora presenti sul pianeta.

Non è la prima volta che si parla di questa polvere, sia chiaro. Oggi però si suppone abbia avuto un ruolo molto più importante. Costituita per il 75% da particelle di silicato, per il 24% da zolfo e per l’1% da fuliggine causata dagli incendi. Un processo che ha abbassato la temperatura di 15°C, circa. La Terra è precipitata in un “inverno da impatto”, con collasso della produttività primaria, ovvero la produzione di cibo da fondi inorganiche. Un processo che, a catena, ha provocato varie estinzioni. La sparizione delle piante ha affamato gli erbivori, fonte di cibo per i carnivori. Una devastazione giunta anche nelle profondità marine, data la perdita di fitoplancton.

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