Eunice, la tempesta record che terrorizza il Regno Unito
Raffiche da 196km/h potrebbero causare uno "sting jet", con venti concentrati e ancora più intensi: il Regno Unito è terrorizzato dalla tempesta Eunice
Il Regno Unito sta vivendo ore da record, anche se è un record di cui avrebbe fatto a meno. La tempesta Eunice sta infatti spazzando il Paese con i venti più forti mai registrati in UK, e la conta dei morti continua a salire: sono finora 13 le sue vittime.
I danni della tempesta da record
Le immagini e i video che arrivano da Oltremanica sono impressionanti: tetti scoperchiati, auto spostate, alberi crollati e persone aggrappate ai pali per non farsi spazzare via dalla furia delle raffiche.
Sono stati 13 i morti, nel Regno Unito e in tutta l’Europa nord occidentale. Tre uomini e una donna sono morti a Londra, a Liverpool e nello Hampshire perché le loro auto sono state colpite da alberi. Lo stesso è successo in Irlanda. Altre vittime dei forti venti anche in Germania, in Belgio e nei Paesi Bassi.
L’ufficio meteorologico inglese ha diramato un’allerta molto rara da sentire: la “danger to life”, pericolo di vita, estesa a tutto il sud dell’Inghilterra e al Galles.
Gravissimi i danni anche agli edifici: a Londra è stata scoperchiata in più punti la O2 Arena, conosciuta anche come Millenium Dome. I pannelli e i teloni sul tetto sono stati strappati e spazzati lontano dalla furia del vento. Rimane molto difficile – ovviamente – volare: decine di voli sono stati cancellati, e ovunque online ci sono video di aerei che riescono ad atterrare con estrema difficoltà.
Raffiche senza precedenti
La tempesta Eunice ha distrutto, oltre a edifici e alberi, anche tutti i record di potenza e velocità. Sull’Isola di Wight, che si trova nella Manica, sono state registrate raffiche fino a 196 km/h.
Situazione simile anche nell’entroterra, dove le raffiche non sono influenzate dalla presenza di mare aperto che fa acquisire loro velocità: all’aeroporto di Heathrow, a Londra, sono state segnalate raffiche a più di 110 km/h. Per avere un metro di paragone: il vento che ha spazzato Milano e la Lombardia qualche settimana fa e che ha abbattuto 130 alberi soffiava a 90 km/h.
I meteorologi hanno spiegato che c’è la possibilità che si verifichi uno “sting jet”, letteralmente un pungiglione: sono aree strette e concentrate con venti estremamente intensi dentro il ciclone di una tempesta, e sono molto difficili da prevedere. Sono larghe da 10 a 20 chilometri e sono generate da instabilità specifiche all’interno durante tempeste: causano venti molto forti.
Il motivo per cui nel 1987 la Grande Tempesta nel Regno Unito fu così distruttiva è stato proprio il verificarsi di questo “sting jet: diciotto persone morirono in quella tempesta e 15 milioni di alberi furono abbattuti da venti che hanno raggiunto i 160 chilometri orari. La stessa situazione potrebbe ripetersi in queste ore nel Regno Unito.
Per una volta, però, possiamo dire che questi fenomeni intensi potrebbero non essere collegati al cambiamento climatico: o almeno, ci sono poche prove di questo collegamento.
Ma i danni fatti dalle tempeste stanno peggiorando perché le precipitazioni a esse associate stanno diventando più intense, una tendenza che molti studi scientifici collegano al cambiamento climatico. Anche l’aumento del livello del mare gioca un ruolo, ed è un ruolo che spaventa per molti motivi diversi.