Falsi miti e consigli sulla ricarica dello smartphone
A distanza di molti anni da quando abbiamo cominciato ad utilizzare cellulari e smartphone, rimangono alcune zone d'ombra, come quella relativa alle pratiche corrette per la loro ricarica. Cerchiamo di approfondire quali sono i metodi migliori per caricare con efficacia il proprio telefono, mantenendo intatta la capacità della batteria.
Lo smartphone è sicuramente uno dei dispositivi che utilizziamo di più ogni giorno.
E’ sempre a portata di mano: per questo molti sono arrivati perfino a definirlo un prolungamento tecnologico del corpo dell’uomo moderno. Siete d’accordo?
Data l’importanza di questo dispositivo e il suo utilizzo massivo dentro e fuori casa, diventa fondamentale capire come ottimizzare i processi di ricarica, salvaguardando la batteria e l’energia per arrivare a fine giornata e prolungandole al massimo.
In questo approfondimento scoprirai alcuni falsi miti da sfatare sulla ricarica dello smartphone, i fattori che influenzano maggiormente la durata della batteria e qualche consiglio per prolungarne la vita a lungo termine.
Falsi miti da sfatare sulla ricarica del tuo smartphone
Ecco alcune informazioni che con il tempo sono diventate convinzioni condivise pur contenendo qualche errore o imprecisione.
Falso mito n. 1: Bisogna ricaricare solo se la batteria è completamente scarica e arrivare sempre al 100% di carica
Non si tratta di un obbligo, anzi, stati di ricarica eccessivamente alti o bassi possono provocare uno stress chimico o termico interno alla batteria e, per questo, molti consigliano di tenersi, quando si può, tra un minimo del 15% e un massimo dell’85%.
Questo è il motivo per cui molti dei dispositivi più moderni possiedono un sistema di ricarica smart che rallenta la carica nel momento opportuno per preservare la batteria.
Falso mito n. 2: Gli alimentatori non ufficiali danneggiano la batteria
Esistono diversi brand che si occupano di creare accessori per dispositivi mobile con un ottimo livello di affidabilità.
Più che il brand, è fondamentale controllare la compatibilità dei dispositivi e la corrispondenza di tensione e velocità del caricatore rispetto a quelle consigliate dal dispositivo.
Quando parliamo di ricarica wireless valgono le stesse regole e, in più, è importante l’accessorio presenti il bollino dello standard Q1, il quale certifica l’adesione a regole condivise e la presenza di una certificazione di affidabilità.
Falso mito n. 3: La ricarica notturna danneggia la batteria
Questa credenza è dovuta alla convinzione che l’abitudine di ricaricare lo smartphone di notte sia deleteria a causa dei tempi prolungati in cui si terrebbe sotto “tensione".
In realtà, come anticipato, la maggior parte degli smartphone più moderni sono dotati di tecnologie di gestione dell’energia che evitano il surriscaldamento e il sovraccarico della batteria e, talvolta, interrompono il flusso di energia terminata la ricarica.
Falso mito n. 4: Chiudere le app fa risparmiare energia
Fino a poco tempo fa abbiamo creduto che chiudere le app non appena terminato l’utilizzo fosse una buona abitudine per risparmiare l’energia del nostro smartphone: in realtà questo provocherebbe esattamente l’effetto opposto. Interrompere forzatamente l’esecuzione di una batteria sottoporrebbe il telefono a maggiore sforzo energetico per riattivarla rispetto a mantenerla in background. Gli algoritmi interni, da soli, sono in grado di capire quando lasciare un’applicazione in background e quando invece mantenerla attiva a seconda delle abitudini ed esigenze dell’utente.
Quali fattori influenzano la durata della batteria?
In generale, sono diversi i fattori che possono influenzare la durata della batteria, migliorandola o limitandola, e sono proprio gli stessi elementi da tenere in considerazione per ottimizzare il processo di ricarica del nostro smartphone.
- Il display è uno degli elementi che consuma la maggior quantità di energia: scegliere un livello di luminosità molto alto per tempi prolungati fa sì che la batteria si consumi più velocemente.
Gli smartphone più moderni consentono di attivare la luminosità “adattiva" o “automatica" per far sì che sia il telefono stesso a scegliere il miglior livello di luminosità a seconda delle condizioni esterne, in modo da risparmiare energia.
Detto ciò, anche il numero di notifiche che arrivano condiziona la durata della batteria, soprattutto se abbiamo scelto di riceverle con l’attivazione dello schermo. Selezionare solo quelle indispensabili ci aiuterà a risparmiare energia e… anche a distrarci di meno. - Alcune applicazioni possono consumare più energia rispetto ad altre, come i giochi, i social network o quelle che utilizzano la posizione o la connessione dati.
- La temperatura è un altro elemento che può influenzare la durata: usare il telefono in condizioni di caldo o freddo estremo può sottoporlo a stress, non consentendogli di lavorare in condizioni ottimali e sprecando energia.
- La vecchiaia della batteria è un ulteriore elemento da considerare: la durata tendenzialmente diminuisce con il tempo e con l’utilizzo prolungato.
Per loro natura le batterie hanno a disposizione un certo numero di cicli di ricarica: più questi aumentano più si andrà verso il decadimento e diminuiranno le prestazioni
In caso di emergenza, se la batteria sta per scaricarsi mentre sei fuori casa e non hai un caricatore a portata di mano, è utile attivare la modalità di Risparmio energetico, grazie alla quale lo smartphone sceglie le impostazioni migliori e gli elementi da disattivare per risparmiare energia.
Abbiamo terminato la nostra panoramica sui falsi miti e sui fattori che influenzano la durata della batteria dei nostri smartphone. Adesso possiedi elementi in più per conservare al meglio la batteria del tuo smartphone e saprai cosa fare quando ti capiterà di trovarti fuori senza la possibilità di ricaricare.
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