SCIENZA

Crisi climatica, scatta l'allarme per l'aumento di rischio di frane

Frane e piogge diventano sempre più eventi meteo estremi che danneggiano infrastrutture e causano morti tra le popolazioni: è allarme per la crisi climatica

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La crisi climatica sta portando a un preoccupante aumento del rischio di frane e piogge intense in molte regioni del mondo, esacerbando una problematica già pericolosa per l’ambiente e le comunità umane.

Il fenomeno, strettamente legato all’intensificarsi di eventi meteorologici estremi, è sempre più frequente, complicando la gestione del territorio e aumentando i costi sociali ed economici.

L’intensificarsi di frane e piogge intense

Recentemente, il Pacifico nord-occidentale degli Stati Uniti è stato colpito da un “fiume atmosferico”, un fenomeno meteorologico caratterizzato da una lunga e stretta corrente di umidità che si abbatte sulle montagne, rilasciando enormi quantità di pioggia.

Nell’area della California settentrionale, ad esempio, si è abbattuto un “ciclone bomba“: sono caduti fino a 40 centimetri di pioggia in pochi giorni, provocando alluvioni e una serie di frane che hanno interrotto le infrastrutture e messo in pericolo vite umane. Questo tipo di eventi, pur non essendo direttamente attribuibile al cambiamento climatico, è aggravato dall’aumento delle temperature globali. Un’atmosfera più calda, infatti, trattiene maggiore umidità, generando precipitazioni molto intense e, di conseguenza, un rischio crescente di smottamenti.

Le frane sono movimenti improvvisi e veloci di terreno, spesso caricati di detriti come fango, rocce e alberi. Possono essere innescate da diversi fattori, tra cui le suddette piogge intense, i terremoti, lo scioglimento rapido di neve o ghiacciai in ritirata, ma anche da attività umane come la deforestazione e l’urbanizzazione incontrollata. Tuttavia, le precipitazioni estreme rappresentano ancora il principale catalizzatore.

Gli incendi boschivi, sempre più frequenti a causa del riscaldamento globale, amplificano ulteriormente il rischio: il terreno bruciato perde stabilità, diventando vulnerabile a smottamenti in caso di piogge abbondanti.

Record di frane nel 2024

Le conseguenze di questi fenomeni sono devastanti. Nel 2024, il numero di frane ha raggiunto livelli record, con 679 eventi che hanno causato oltre 4.400 vittime in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, il 44% del territorio è considerato a rischio, con regioni come le Montagne Rocciose, gli Appalachi, la costa del Pacifico e parti di Alaska e Hawaii particolarmente esposte. In alcune aree, come il sud-est dell’Alaska, le frane hanno mietuto decine di vittime negli ultimi anni.

Il cambiamento climatico complica ulteriormente la previsione e la gestione delle frane. Mentre la scienza ha consolidato i legami tra riscaldamento globale ed eventi meteorologici estremi, come uragani e incendi, la relazione con le frane è meno studiata.

Tuttavia, esperti come Dave Petley, che monitora i dati globali sulle frane, confermano che l’aumento delle temperature e delle precipitazioni estreme sta contribuendo a un incremento significativo di tali fenomeni.

Le frane non solo minacciano vite umane, ma causano anche gravi danni alle infrastrutture, con strade, ponti e abitazioni che spesso diventano inutilizzabili. In regioni come il Kentucky orientale e Porto Rico, hanno devastato comunità intere, lasciando alle spalle costi ingenti e la necessità di ricostruzione. A complicare il quadro c’è il problema dell’assicurazione: molte polizze standard non coprono i danni da frane, e le scelte disponibili, come le coperture specifiche, sono costose e difficili da ottenere.

In risposta a questa emergenza crescente, il governo degli Stati Uniti ha intrapreso alcune iniziative, come il National Landslide Preparedness Act del 2021, che ha finanziato programmi di mappatura dei rischi e migliorato le previsioni. Tuttavia, la strada da percorrere è lunga. L’attenzione dovrebbe concentrarsi non solo sulla gestione delle emergenze, ma anche sulla prevenzione, attraverso politiche di pianificazione territoriale più rigorose e un maggiore impegno nella lotta al cambiamento climatico.

La prevenzione individuale resta cruciale per le comunità a rischio. Monitorare segnali come cambiamenti improvvisi nei corsi d’acqua, suoni insoliti o nuove crepe nel terreno può fare la differenza. Prepararsi con kit di emergenza e piani di evacuazione è fondamentale, poiché alcuni smottamenti si verificano con una rapidità tale da lasciare pochissimo tempo per reagire.

In un mondo sempre più colpito dagli effetti dell’innalzamento delle temperature, le frane rappresentano un’ulteriore sfida che richiede una risposta coordinata tra governi, scienziati e cittadini. Il costo dell’inazione, sia in termini di vite umane che di perdite economiche, è semplicemente troppo alto.

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