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SCIENZA

È arrivato il "ciclone bomba", allerta per condizioni meteorologiche estreme

Un "ciclone bomba" caratterizzato da piogge torrenziali e neve si è abbattuto sugli U.S.A.: eventi meteorologici estremi così sono causati dal cambiamento climatico

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Un “ciclone bomba“, caratterizzato da piogge molto forti e neve, ha colpito in queste ore la costa ovest degli Stati Uniti e il Canada.

Si tratta dell’ennesimo evento meteorologico estremo causato dai cambiamenti climatici e non sarà l’ultimo: come far fronte alla situazione?

Che cos’è un “ciclone bomba”

Un evento meteorologico estremo si è abbattuto il 19 novembre sulla costa occidentale degli Stati Uniti, accendendo nuovamente i riflettori sul legame tra cambiamento climatico e fenomeni atmosferici sempre più intensi.

Si è trattato di un cosiddetto “ciclone bomba” che ha scaricato quantità eccezionali di precipitazioni torrenziali e nevicate nelle aree montane, interessando regioni dislocate dal Canada alla California. Questo fenomeno, tuttavia, non è un evento isolato: la sua intensità e la sua dinamica ci offrono un chiaro esempio di come il riscaldamento globale stia amplificando la gravità delle condizioni meteorologiche.

Il termine “ciclone bomba” si riferisce a un’area di bassa pressione atmosferica che subisce una rapida intensificazione, definita come una caduta di pressione di almeno 18-20 millibar nell’arco di 24 ore. Questo drammatico calo, noto come bombogenesi, è ciò che rende il ciclone straordinariamente potente, capace di generare venti fino a 110 km/h in grado di causare danni significativi. La combinazione di folate violente e precipitazioni estreme rappresenta una pesante minaccia per infrastrutture, alberi e reti elettriche.

Un aspetto ancora più preoccupante è la presenza di un fiume atmosferico associato al ciclone. I fiumi atmosferici sono correnti di vapore acqueo concentrate che trasportano enormi quantità di umidità dall’oceano verso l’entroterra. Questo specifico fiume atmosferico, alimentato dall’umidità tropicale delle acque calde vicino alle Hawaii, agisce come un “cannone” di precipitazioni. Per capirsi: con dimensioni che possono raggiungere i 3.000 km di lunghezza, 800 km di larghezza e 3 km di altezza, il flusso d’acqua trasportato è 25 volte superiore a quello del fiume Mississippi.

Cambiamento climatico e meteo sempre più estremo

L’impatto del cambiamento climatico su eventi di questo tipo è evidente. Il riscaldamento globale ha portato a temperature oceaniche più elevate, che a loro volta intensificano l’evaporazione e aumentano il contenuto di vapore nei fiumi atmosferici. Di conseguenza, le piogge che ne derivano diventano più abbondanti e concentrate, aumentando il rischio d’inondazioni improvvise e smottamenti.

Si tratta di uno scenario che si rivela particolarmente critico in regioni già vulnerabili, come le aree statunitensi colpite da incendi recenti. I terreni bruciati, privati della loro capacità di assorbire l’acqua, sono più inclini a frane e colate di fango, con conseguenze devastanti per le comunità locali.

Se da un lato i fiumi atmosferici svolgono un ruolo essenziale nel rifornire d’acqua le regioni aride, contribuendo a formare le riserve idriche per la stagione secca, dall’altro la loro natura estrema rappresenta un pericolo crescente. Le piogge torrenziali possono facilmente superare la capacità di drenaggio del suolo e delle infrastrutture, causando danni diffusi e mettendo a rischio vite umane.

L’avvento dei “cicloni bomba” evidenzia ancora una volta come il cambiamento climatico stia rendendo i fenomeni meteorologici più intensi e imprevedibili. Non si tratta solo di un aumento della frequenza, ma anche di un’esacerbazione della loro severità. Tempeste come quella che ha colpito parte degli Stati Uniti richiedono una pianificazione attenta per minimizzare i danni e un’azione globale per affrontare le cause profonde del riscaldamento del pianeta.

Episodi di questa portata, con venti distruttivi, piogge straordinarie e il rischio di catastrofi naturali, evidenziano l’urgenza di capire meglio i fenomeni atmosferici e di adottare misure efficaci per proteggere le comunità vulnerabili. Prepararsi a un futuro in cui tali episodi saranno sempre più comuni è una sfida difficile, ma imprescindibile.

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