Hubble cattura una spettacolare spirale cosmica nel “Serpente d’Acqua”
Il telescopio Hubble ha catturato un'immagine che offre colorati e luminosissimi dettagli, tutti estremamente preziosi per l'evoluzione galattica
Ci sono tanti spettacoli straordinari nelle profondità del Cosmo. Lontane dallo sguardo, molteplicità di luci si incrociano e si intersecano, creando un contraltare di colori e raggi accesi dalla bellezza senza pari. Dove non arriva lo sguardo, però, arrivano gli strumenti a disposizione della scienza: per esempio, il telescopio Hubble ci ha regalato uno scatto meraviglioso di una galassia a spirale situata nella costellazione del “Serpente d’Acqua” (o meglio dell’Idra) nota come NGC 5042.
L’immagine rivela una struttura straordinaria, con dettagli intricati e sfumature quasi magiche: il centro della galassia, denso e luminoso, lascia gradualmente spazio ai bracci a spirale che si estendono verso l’esterno, formando un disegno elegante e armonioso nello spazio profondo. Questa fotografia non è solo un’opera d’arte cosmica, ma una finestra su fenomeni fondamentali che regolano la formazione e l’evoluzione delle galassie.
La spirale di luce catturata da Hubble
Andiamo all’immagine: NGC 5042 si trova a circa 48 milioni di anni luce dalla Terra, e grazie alla potenza di Hubble possiamo ammirarne i dettagli con straordinaria chiarezza. Il suo centro è di un colore crema intenso, indice di una popolazione stellare antica, mentre i bracci a spirale si tingono di sfumature azzurre e rosa. Le regioni blu, sparse lungo i bracci, indicano la presenza di giovani stelle calde, mentre le macchie rosate corrispondono a immense nubi di gas ionizzato in cui si stanno formando nuove stelle.
Queste regioni sono tra gli elementi più affascinanti dell’immagine: il loro caratteristico colore rosa deriva dalla luce emessa dagli atomi di idrogeno ionizzato, un fenomeno causato dalla radiazione ultravioletta delle stelle più calde e massicce. Se si osservano con attenzione, molte di queste nubi gassose sembrano avvolgere gruppi di stelle giovani, come a volerle cullare nella loro prima fase di vita. Attorno alla galassia, inoltre, si intravedono strutture di forma allungata e colori più caldi: sono galassie di sfondo, lontanissime, testimoni di un universo ancora più profondo.
Cos’è la spirale di luce?
NGC 5042 è una galassia a spirale intermedia, classificata come SAB(rs)c: ciò significa che non ha una barra centrale ben definita, ma i suoi bracci a spirale sono comunque ben riconoscibili e si estendono elegantemente verso l’esterno. Come abbiamo detto, queste strutture sono composte da stelle giovani e vecchie, polveri e gas, che si muovono secondo precise dinamiche influenzate dalla gravità galattica.
Le regioni che punteggiano i bracci sono veri e propri vivai stellari: qui l’idrogeno neutro viene ionizzato dalla radiazione ultravioletta delle stelle appena nate, rendendo visibile il processo di formazione stellare in atto. Questo fenomeno dura solo pochi milioni di anni, un battito di ciglia nella scala dei tempi cosmici. Il cuore della galassia, invece, è popolato da stelle più antiche, che emettono una luce più tenue e giallastra.
L’importanza dell’osservazione
Lo scatto, più che suggestivo, suggerisce che NGC 5042 ha attraversato fasi diverse nella sua evoluzione, con momenti di intensa formazione stellare seguiti da periodi più tranquilli. È per questo che immortalare immagini come quella di NGC 5042 non è solo un atto estetico, ma ha profonde implicazioni scientifiche.
Studiare le galassie a spirale, infatti, aiuta gli astronomi a capire come si sviluppano le strutture cosmiche su larga scala e come la formazione stellare influisca sull’evoluzione dell’universo. Osservazioni in diverse lunghezze d’onda, come quelle effettuate da Hubble, permettono di analizzare componenti differenti della galassia. L’ultravioletto mette in evidenza le stelle più giovani e calde, mentre l’infrarosso riesce a penetrare le nubi di polvere, rivelando le stelle più antiche e nascoste.
Infine, osservare NGC 5042 significa anche scrutare indietro nel tempo: dato che la luce impiega milioni di anni per raggiungere la Terra, la galassia ci appare com’era 48 milioni di anni fa. Questo ci consente di studiare l’universo in diverse epoche e di ricostruire tutti i suoi cambiamenti.