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SCIENZA

Osservata una straordinaria galassia a spirale: è ricca di luci celesti

Si chiama NGC 1672 ed è una "nuova" una galassia a spirale barrata situata a 49 milioni di anni luce dalla Terra nella costellazione del Dorado

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Si arricchisce il catalogo di immagini che i telescopi spaziali ci restituiscono scrutando nelle profondità dell’Universo. Uno degli ultimi scatti arriva direttamente dagli avanzati sensori di Hubble e immortala la galassia NGC 1672, mostrando uno spettacolo di luci celesti e colori tenui.

Non si tratta però della prima immagine di NGC 1672: qualche tempo fa anche il telescopio James Webb l’aveva ritratta, con un risultato però decisamente diverso: colori di fuoco e macchie oscure fanno pensare a scenari decisamente meno eterei. Come mai? Perché la luce, catturata con lunghezze d’onda diverse, trasforma completamente il risultato. Ed è proprio questo che lascia intendere sotto quanti aspetti possano essere studiati questi insiemi di stelle, sistemi, ammassi ed associazioni stellari.

La nuova immagine di NGC 1672 scattata da Hubble

Partiamo dallo scatto restituito da Hubble. L’immagine della galassia si basa sulla luce visibile e ultravioletta, che fa apparire NGC 1672 come un tripudio di chiarore. I colori lucenti evidenziano le numerose regioni di formazione stellare, ma mostrano anche la sua struttura complessa. Si nota anche in modo abbastanza lampante la barra centrale pronunciata che incanala gas e polveri verso il nucleo, dove nascono le protostelle.

L’immagine di Hubble cattura i dettagli intricati delle braccia a spirale, illuminate dalle giovani stelle che vi risiedono. Spiccano le aree blu e viola, che corrispondono ai corpi celesti in rapida formazione e alle nubi di polvere cosmica. Le tonalità rosse, che si trovano solo ai margini, rappresentano invece le aree più dense e ricche di gas idrogeno.

I filamenti di polvere e i vortici di gas che si estendono lungo le braccia della galassia sembrano quasi prendere vita grazie alla sensibilità ottica di Hubble, che riesce a catturare anche i dettagli più sottili delle strutture interne e della barra centrale.

Il confronto con lo scatto di Webb

Decisamente diverso il risultato di James Webb: con i suoi strumenti calibrati sull’infrarosso e la sua capacità di penetrare le polveri cosmiche, questo telescopio offre una prospettiva complementare di NGC 1672. Quella che si può vedere è una galassia quasi “svelata”, con un focus particolare sulle regioni nascoste che Hubble non riesce a cogliere. Le zone oscure e brucianti rappresentano quelle dove polveri e gas si aggregano e dove l’attività di formazione stellare è più energica.

James Webb, immagine della galassiaFonte foto: NASA, ESA, CSA, STScI, Janice Lee (STScI), Thomas Williams (Oxford), PHANGS Team

I sensori di Webb mostrano anche diffuse aree rosse: sono quelle che si riscaldano per via dell’influenza delle nuove stelle. Facendo anche un confronto, inoltre, è possibile notare che la barra centrale potrebbe essere un’area di densità variabile, con punti in cui la polvere si accumula in modo differente, contribuendo alla formazione stellare in modo irregolare.

Una galassia a spirale barrata

Abbiamo parlato della barra centrale e vale la pena, per chi non lo sapesse, sottolineare che NGC 1672 è appunto una galassia a spirale barrata, una struttura relativamente comune, ma con caratteristiche particolari che la rendono un campo di studio privilegiato per gli astronomi. La barra centrale è un elemento caratteristico che gioca un ruolo fondamentale nel determinare il destino delle stelle e del materiale cosmico all’interno del sistema.

Questa struttura, che attraversa il centro della galassia, agisce come un canale che convoglia gas e polveri verso il nucleo, alimentando l’attività di formazione stellare e, probabilmente, anche il buco nero supermassiccio che si trova al centro. Il doppio scatto di Hubble e Webb è importante perché mentre il primo cattura la bellezza della luce visibile e ci mostra la galassia come apparirebbe ai nostri occhi, Webb svela ciò che si trova al di sotto, rivelando una struttura ancora più intricata e dinamica di quanto immaginassimo.

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