Libero
SCIENZA

Scoperta una nuova galassia a spirale situata a 38 milioni di anni luce dalla Terra

Dalla struttura alla formazione stellare, ecco cosa sappiamo della nuova galassia a spirale scoperta da Hubble: Ngc 1637

Pubblicato:

Nuova galassia Fonte foto: NASA/ESA Hubble Space Telescope image features the spiral galaxy NGC 1637. ESA/Hubble & NASA, D. Thilker

Il telescopio spaziale Nasa/Esa Hubble ci ha restituito un’immagine superlativa. Ci appare come un quadro dal soggetto fantascientifico e si tratta di Ngc 1637. Una sigla che, comprensibilmente, non ha un senso per la maggior parte dei lettori. Parliamo di una galassia a spirale che, nello specifico, è situata a 38 milioni di anni luce dalla Terra, precisamente nella costellazione di Eridano.

Nuova galassia scoperta

L’immagine mostrata di Ngc 1637 è il risultato di un programma di osservazione improntato allo studio della formazione stellare, nello specifico in relazione alle galassie vicine. Una prima osservazione fa apparire la galassia come abbastanza simmetrica. Presenta alcune caratteristiche interessanti e affascinanti e, generalmente parlando, rientra in quel novero che gli astronomi classificano come galassia a spirale sbilenca.

Sappiamo che le stelle si generano in nubi di gas fredde e polverose, destinate al collasso per la loro stessa gravità. Nel corso del tempo le giovani stelle crescono, il che comporta un riscaldamento attraverso differenti fattori, dai flussi in uscita estremamente potenti, i venti e la luce stellare. Elementi che, tutti insieme, giocano un ruolo chiave nel controllo della velocità di formazione delle future generazioni di stelle.

Analizzando attentamente la galassia a spirale Ngc 1637, si evidenziano prove di formazione stellare nel suo disco. Gli elementi sono chiari, se si sa dove guardare ovviamente, e i bracci a spirale della galassia vantano delle sacche di nubi rosa. Molte di queste presentano delle stelle blu particolarmente brillanti.

Analizzando nel dettaglio tali nubi, si sottolinea come il colore rosa derivi dagli atomi di idrogeno, che vengono eccitati dalla luce ultravioletta delle giovani e massicce stelle, che vanno formandosi all’interno delle nubi. Qualcosa che contrasta in maniera evidente con il bagliore giallo e caldo del centro della galassia. Un’area che vanta una fitta collezione di stelle più vecchie e dal bagliore rossastro.

Analisi delle stelle

Restando concentrati sull’analisi delle stelle, quelle che fanno brillare maggiormente le aree nuvolose di nascita presentano una vita relativamente breve. La maggior parte, inoltre, esploderà come supernove “appena” qualche milione di anni dopo la nascita.

Guardando al passato, nel 1999 Ngc 1637 ha ospitato una supernova, SN1999EM, indicata come la più luminosa osservata in quell’anno. Quando una stella massiccia si estingue come supernova, l’esplosione segna sempre la fine di una stella. Dall’altro, però, tutto ciò può comportare la formazione di nuove stelle attraverso la compressione di nubi di gas vicine. Di fatto, dunque, la fine non è sempre tale e può dare inizio a un nuovo ciclo di vita stellare.

Libero Shopping