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L'inquietante storia dietro Our Father

Il film, in uscita oggi su Netflix, è tratto da una incredibile vicenda che ha per protagonista un ginecologo disonesto

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Fonte: Netflix

Jacoba Ballard è una figlia unica concepita tramite la donazione di sperma. Quando si sottopone a un test domestico del Dna, però, scopre di avere sette fratellastri e sorellastre. Come è possibile? È questa la premessa di Our Father, il film basato su una storia vera in uscita oggi, 11 maggio, su Netflix.

Il film documentario, che dura poco più di un’ora e mezza ed è molto inquietante, porta la firma del produttore premiato agli Emmy Jason Blum, già noto per una docu-serie di successo – e altrettanto scioccante – intitolata The Jinx – La vita e le morti di Robert Durst. Nel documentario, Ballard e i suoi ritrovati fratelli e sorelle decidono di indagare sulla situazione e scoprono che tutte le loro madri erano state dallo stesso ginecologo che, contro qualunque buonsenso e protocollo, e soprattutto all’oscuro delle pazienti, aveva eseguito l’inseminazione non con lo sperma di donatori, ma con il suo.

Cosa c’è di vero in Our Father

La storia vera dietro Our Father è stata raccontata in varie inchieste e articoli. Jacoba Ballard, che all’epoca aveva 33 anni, è stata la prima a mettere faticosamente insieme i pezzi. La donna, concepita grazie a un donatore di sperma, nel 2014 si è sottoposta a un test del Dna per individuare eventuali fratellastri o sorellastre. L’idea le è venuta dopo aver visto su un forum online per persone adottate o concepite con la fecondazione assistita la foto di una donna che le somigliava in modo sorprendente.

In poco tempo Ballard scopre che il seme del donatore usato per il suo concepimento era stato impiegato almeno altre otto volte dal 1979 al 1986. Con il tempo, però, i casi aumentano. Il punto in comune era sempre il dottor Donald Cline, il medico presso il quale erano avvenuti tutti i trattamenti di fecondazione assistita.

Cosa ha fatto il dottor Donald Cline

Dopo alcuni mesi, Ballard e altri ottengono un incontro con Cline, che è ormai vicino agli 80 anni e ha una moglie, dei figli legittimi e dei nipoti. Cline ammette di aver usato il suo sperma per le inseminazioni, ma dice che le cartelle cliniche sono state distrutte.

Cline, che aveva aperto la sua clinica nel 1979, ha avuto dalle sue pazienti a loro insaputa almeno cinquanta figli. Alcune spiegazioni fornite sull’accaduto fanno riferimento al fatto che Cline non volesse deludere le pazienti, perché i donatori di sperma all’epoca non erano semplici da trovare e perché usare un seme “vitale” e in breve tempo garantisce migliori risultati.

Dal momento che i documenti medici erano scomparsi e che in Indiana non è esplicitamente vietato usare il proprio seme con delle pazienti, Cline è stato accusato di intralcio alla giustizia. Alla fine se l’è cavata con 500 dollari di multa, un anno di libertà vigilata e il divieto di esercitare la professione (ma era comunque già in pensione).

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