C'è una Luna nello spazio che assomiglia alla Terra: la spiegazione
Mari di metano puro, un'atmosfera simile alla nostra, montagne e stagioni: Titano è più simile alla Terra di quanto si potrebbe pensare
Tra le oltre 150 lune conosciute all’interno del Sistema Solare, ce n’è una che da sempre affascina gli scienziati: su questo mondo ci sono laghi, fiumi e mari come quelli della Terra, nuvole, pioggia, dune di sabbia e un’atmosfera composta principalmente di azoto, come quella del nostro pianeta.
Titano, la luna più grande di Saturno, è un mondo straordinariamente simile alla Terra: un nuovo studio dell’Università di Stanford sembrerebbe indicare che Titano e il nostro pianeta blu potrebbero essere ancora più simili di quanto ipotizzato fino a oggi.
Titano, il mondo gemello della Terra
Titano è la luna più grande di Saturno e la seconda più grande del Sistema Solare. Composto principalmente di materiale roccioso, ghiaccio e acqua allo stato liquido, possiede un’atmosfera talmente densa da non aver permesso l’osservazione della superficie fino all’arrivo del modulo di terra Huygens, lanciata cadere da Cassini sulla superficie di Titano nel gennaio del 2005.
La storica missione di Cassini-Huygens sulla luna di Saturno ha rivelato un mondo geologicamente giovane, con laghi e idrocarburi liquidi, montagne, canyon e dune di sabbia. Il clima di Titano è fatto di vento e pioggia come sulla Terra, ma al posto dell’acqua c’è il metano: sul mondo di Saturno le temperature sono molto più basse che sul nostro pianeta, intorno a -179°C, motivo per cui un sistema basato sull’acqua non avrebbe avuto grande successo.
Su Titano ci sono delle stagioni che si alternano, mari di metano puro grandi fino a 400mila chilometri quadrati, profondi canyon che sfociano in acqua e vulcani del tutto simili a quelli della Terra che eruttano presumibilmente acqua, metano e ammoniaca.
Anche la “sabbia” su Titano sembra identica a quella della Terra, ma probabilmente presenta una composizione chimica diversa, come avviene per i corsi d’acqua: metano al posto dell’acqua e idrocarburi al posto dei granelli di sabbia, che la NASA tenterà di ricreare in provetta.
L’atmosfera di Titano è così densa che si potrebbe camminare sulla superficie della luna di Saturno senza indossare una tuta spaziale pressurizzata. La gravità qui è simile a quella che sperimentarono gli astronauti sulla Luna: le uniche accortezze per esplorare Titano a piedi, un domani, riguarderanno ossigeno e protezione dalle gelide temperature di un mondo a un miliardo e mezzo di chilometri dalla sua stella. Per le sue eccezionali caratteristiche, Titano è da sempre, insieme alla luna Europa di Giove, tra i primi candidati per la ricerca di vita extra-terrestre all’interno del Sistema Solare.
Perché Titano ci somiglia
Un nuovo studio appena pubblicato su Geophysical Research Letters sembra finalmente spiegare come mai la luna di Saturno sembra così simile al nostro pianeta. La risposta sarebbe da ricercarsi nell’influenza dei fenomeni stagionali sulla formazione dei particolari scenari osservati sulla superficie di Titano.
La ricerca, guidata da Mathieu Lapôtre di Stanford, punta a spiegare come si siano formati i sedimenti visti sulla superficie di Titano: da dove vengano, insomma, dune e montagne della luna di Saturno. Il fatto che qui la sabbia non sia composta di silicati ma di materiale organico sembrava complicare le cose, ma gli scienziati hanno trovato una possibile spiegazione.
“Il nostro modello aggiunge una visione d’insieme capace di spiegare come questi ambienti sedimentari lavorino insieme” spiega Lapôtre. Quel che gli scienziati hanno costruito è un ipotetico modello che spiega come si siano formati dune, canyon e montagne su Titano, e quel che emerge è il ritratto di un mondo ancora più simile al nostro di quanto potessimo pensare.
“Abbiamo dimostrato che su Titano, come sulla Terra e un tempo anche su Marte, c’è un ciclo sedimentario attivo che può spiegare la distribuzione dei paesaggi come effetto dell’azione delle stagioni”, continua Lapôtre. Su Titano le dune si trovano perlopiù all’equatore, mentre ai poli sembrano esserci terreni labirintici e le “zone temperate” sono caratterizzate da ampie pianure: esattamente come avviene sul nostro pianeta, sarebbero i cicli sedimentari guidati dall’alternarsi delle stagioni a disegnare la superficie della luna.
“È affascinante pensare che ci sia questo mondo alternativo così lontano là fuori” conclude Lapôtre “dove le cose sono così diverse, eppure così simili”.