In Alaska è iniziata la notte polare: il sole non sorgerà fino al 23 gennaio 2025, per 64 giorni
La lunga notte polare ha avuto inizio: il Sole farà ritorno oltre l'orizzonte soltanto nel 2025 ed ecco come si vive al buio
Uno dei fenomeni naturali più affascinanti, intriganti e allarmanti al mondo è senza dubbio la lunga notte. Quest’ultima ha ispirato film, serie Tv e romanzi, considerando quanto estreme siano le condizioni imposte alle persone che abitano determinate aree.
Come ogni anno, i cittadini di Utqiaġvik hanno salutato il Sole, che per molti giorni non apparirà in cielo, lasciando spazio a una totale oscurità. Farà nuovamente capolino con un’altra alba soltanto nel 2025.
Lunga notte polare
Utqiaġvik è una delle città più estreme al mondo, considerando come sorga nell’area settentrionale del territorio dell’Alaska. Temperature decisamente rigide e non solo. Tra le sfide che gli abitanti sono chiamati a sopportare c’è anche la lunga notte.
Per comprendere anche solo vagamente la portata di tale evento naturale, occorre chiudere gli occhi e immaginare una vita costantemente al buio, o quasi. L’unica luce piena è artificiale, perché quella solare manca per più di due mesi. Il tutto in un luogo inospitale e gelido, che vede le temperature crollare fino a -20°C e più (anzi meno).
Appuntamento rinviato con una nuova alba al 23 gennaio 2025. Questa è la realtà che i 4.500 abitanti, circa, devono accettare. Si tratta per la maggior parte di indigeni Iñupiat, ormai ben pronti a fronteggiare il tutto. Anche l’intera città lo è, come spieghiamo di seguito.
Siamo a nord del Circolo Polare Artico e questa città, oltre a essere nota per tale ragione, è rinomata anche per la presenza dell’Osservatorio ambientale, base di numerosi studiosi provenienti da tutto il mondo. È qui che si effettuano test e analisi di ogni genere per comprendere i segreti dell’Artico.
Le cause naturali
Per quanto si tratti di un fenomeno tanto noto, che si ripete ogni anno, in molti ignorano le ragioni alla base della lunga notte polare. Tutto si lega all’inclinazione dell’asse su cui ruota la Terra. Sappiamo che il Sole può restare al di sotto dell’orizzonte anche per l’intera giornata, quando si è a latitudini superiori o pari a quelle del Circolo Polare Artico o nel Circolo Antartico. Tutto si basa sulla maggiore vicinanza al polo geografico.
Sappiamo che l’emisfero settentrionale si inclina in autunno e in inverno lontano dal Sole. Per questo motivo le aree a Nord del Circolo Polare Artico, entro 23,5 gradi dal Polo Nord, fanno i conti con più di due mesi in cui il Sole non appare mai al di sopra dell’orizzonte.
Gli abitanti di Utqiaġvik dovranno attendere il 23 gennaio 2025. L’illuminazione naturale, però, non tornerà in un sol colpo. La durata aumenterà di giorno in giorno. La prima alba infatti durerà ben poco. Entro la fine del primo mese del 2025 si raggiungeranno le quattro ore di luce.
In occasione di questo grande evento, la comunità locale celebrerà il famoso festival del “Ritorno del Sole”.
Come sopravvivere alla lunga notte
Quando il Sole si trova entro 6 gradi sotto l’orizzonte, ha di fatto inizio quello che viene descritto come crepuscolo civile. Lo spettacolo astronomico è unico, in queste condizioni. È possibile ammirare infatti anche i pianeti più luminosi, oltre alle stelle del firmamento. Si tratta di uno stato ancora rasente la normalità, al punto che non sempre si ha necessità dell’illuminazione artificiale.
Il crepuscolo civile riguarda le fasce orarie diurne, per quanto ciò possa valere in queste condizioni. In assenza di nebbia o altre restrizioni naturali, si è anche in grado di vedere e orientarsi. Va da sé che lo stato sia molto spesso estremo, il che ha spinto la comunità a organizzarsi al meglio per poter sopravvivere e godere di una sorta di normalità.
Si organizzano numerosi eventi, al fine di mantenere alto il morale e offrire supporto a chi dovesse maggiormente subire questa condizione. Sono tante le attività organizzate all’aperto, tanto per i bambini quanto per gli adulti. Si abbraccia così questa condizione, trasformandola in assoluta normalità. La notte perenne può essere gioiosa e non deve costringere a rintanarsi costantemente in casa, in solitudine. Lo dimostrano inoltre i tanti festival tradizionali, che celebrano di fatto la notte che non finisce.