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L'ondata di caldo prevista in Alaska farà salire le temperature fino a 90 gradi F

In Alaska il cambiamento climatico ha portato la temperatura a livelli record: è allerta

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La trasformazione climatica offre terribili esempi della sua irrimediabile evoluzione, allo stato attuale, giorno dopo giorno. Per quanto possa sorprendere, non poco, in Alaska ad esempio si iniziano a temere delle ondate di calore devastanti. Si prevede che le temperature a Fairbanks, ad esempio, raggiungeranno i 32°C. Un vero e proprio record che, se paragonato ad altre località, offre un quadro chiaro della condizione in cui ci troviamo. Farà più caldo in Alaska che a New Orleans, Atlanta e Washington D.C. in questi giorni.

Caldo record in Alaska

L’ondata di calore in Alaska è il risultato di una “bolla d’aria molto calda e forte. Un’alta pressione che si è formata sopra il territorio”, ha spiegato il meteorologo Greg Michels, impegnato presso l’ufficio del National Weather Service di Fairbanks. Eventi non del tutto sconosciuti, sia chiaro, ma quanto sta accadendo ha una forza e persistenza insoliti per questa stagione.

Il sistema di alta pressione funge in pratica da scudo, tenendo al di fuori della “bolla” l’aria fredda: “Ha tenuto lontano i sistemi a nord e ovest. L’aria si riscalda particolarmente e ci stiamo avvicinando a dei valori record. Per comprendere quanto distante si sia dalle medie, a luglio solitamente le temperature variano dai 15 ai 21°C“.

Nell’Alaska interna si verificano su base periodica delle ondate di calore, con il record massimo toccato nel 1969, pari a 35°C. La condizione che si sta vivendo è estremamente insolita, e si teme possa rappresentare una costante per i prossimi decenni. Tra luglio e agosto in Alaska, data la posizione, si sono già perse due ore di luce solare. Ciò vuol dire che c’è minor tempo per accumulare calore.

Quando qualcosa del genere accade, raramente, riguarda fine giugno o inizio luglio, con il sole al suo apice nel cielo. In questo caso, però, siamo fuori tempo massimo e non si tratta di una singola giornata straordinaria, anzi, quasi di una settimana.

Il surriscaldamento dell’Alaska

Risulta ormai chiaro a tutti che l’Alaska si stia riscaldando, come il resto del pianeta. Occorre però individuare le tendenze di queste ondate di calore da record. Non si può semplicemente accettare la realtà dei fatti. Lo studio degli effetti può consentire di individuare le esatte cause e, magari, progettare una risposta adeguata.

È però difficile tutto questo, perché tali eventi sono estremamente rari. Ci sono dunque pochi dati per poter evidenziare un segnale di cambiamento climatico. Il problema di base riguarda ora la popolazione, non abituata a calure di questo genere. Ecco le parole di Uma Bhatt, scienziata del clima presso l’Università dell’Alaska a Fairbanks: “Per noi il caldo è qualsiasi temperatura superiore a 21°C. Le case sono costruite per trattenere al massimo ogni molecola di calore all’interno”.

Il risultato? Le abitazioni diventano dei forni, per soggetti dalla costituzione poco avvezza alla sopportazione di certi livelli di calore. Ha così avuto inizio una caccia ai condizionatori, al fine di ottenere un po’ di refrigerio. Tutto ciò, però, non farà che generare nel tempo una cappa d’inquinamento che aggraverà la situazione.

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