Il Sole si risveglia, registrata una potente esplosione il 24 maggio: quali gli effetti sulla Terra
Il Sole ha dato spettacolo, lo scorso 24 maggio: si è verificato un potente brillamento, con potenziali conseguenze per il nostro pianeta. Ma cosa sappiamo?

Il nostro Sole sta attraversando un periodo di grande fermento. Questo “risveglio” si manifesta con fenomeni spettacolari e potenti come le esplosioni solari, che possono avere ripercussioni anche sul nostro pianeta. Sabato 24 maggio, alle 21:52 ET, la nostra stella ha rilasciato una potente esplosione (brillamento solare), catturata dall’occhio attento del Solar Dynamics Observatory (SDO) della NASA. Questo evento, classificato come X1.1, rientra nella categoria più intensa di brillamenti e solleva interrogativi sui suoi possibili effetti sulla Terra.
Un Sole sempre più attivo
I brillamenti solari sono improvvise e intense esplosioni di energia che avvengono sulla superficie del Sole, in particolare nelle regioni attive associate alle macchie solari. Queste eruzioni rilasciano enormi quantità di radiazione elettromagnetica che viaggia alla velocità della luce, raggiungendo la Terra in circa 8 minuti.
La loro intensità viene classificata utilizzando un sistema di lettere (A, B, C, M, X), dove la classe X indica i brillamenti più potenti, capaci di scatenare gli effetti più significativi. Il numero che segue la lettera fornisce una scala di intensità all’interno della classe: un X2 è due volte più intenso di un X1, e così via. L’evento del 24 maggio, un X1.1, è dunque un segnale inequivocabile della vigorosa attività solare.
Questa recrudescenza non è casuale, ma si inserisce nel contesto del Ciclo Solare 25. Il Sole segue un ciclo di attività che dura circa 11 anni, caratterizzato da un periodo di minimo (poche macchie solari e bassa attività) e un periodo di massimo (numerose macchie solari, frequenti brillamenti ed eruzioni). Attualmente, ci stiamo avvicinando al picco del Ciclo Solare 25, previsto dagli scienziati tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025. Di conseguenza, è lecito aspettarsi un aumento nella frequenza e nell’intensità dei fenomeni solari come quello appena registrato.
L’evento del 24 maggio e le sue potenziali ripercussioni sulla Terra
Un brillamento di classe X come quello del 24 maggio ha diverse implicazioni per il nostro pianeta. L’intensa emissione di raggi X e radiazioni ultraviolette estreme provoca un’immediata ionizzazione degli strati superiori dell’atmosfera terrestre, in particolare la ionosfera. Questo effetto, noto come radio blackout, disturba le comunicazioni radio ad alta frequenza (HF) sul lato illuminato della Terra al momento del brillamento. Tali blackout possono influenzare le comunicazioni a lunga distanza utilizzate dall’aviazione, dalla navigazione marittima e dai radioamatori.
Oltre al lampo di radiazione, i brillamenti solari possono essere associati a eruzioni di massa coronale (CME), gigantesche bolle di plasma e campo magnetico espulse dalla corona solare nello spazio interplanetario. Se una CME è diretta verso la Terra e viaggia a velocità sufficiente (impiegando da uno a quattro giorni per raggiungerci), può interagire con il campo magnetico terrestre, la magnetosfera, scatenando una tempesta geomagnetica.
Gli effetti di una tempesta geomagnetica sono molteplici: aurore polari (boreali e australi), disturbi alle reti elettriche, problemi ai satelliti, interferenze con i sistemi di navigazione, aumento del rischio radiazioni. Per comprendere l’impatto specifico del brillamento del 24 maggio e di eventuali CME associate, è necessario monitorare i dati forniti dal Centro di Previsione Meteorologica Spaziale (Space Weather Prediction Center – SWPC) del NOAA, l’ente ufficiale del governo statunitense per le previsioni e gli allarmi relativi alla meteorologia spaziale.