SCIENZA

Hanno aperto due antiche tombe: dentro c'era il "Libro della Morte"

Sono passati moltissimi anni, ma finalmente sono state aperte le sale nord e sud del tempio di Hatshepsut, dedicato alla divinità Amon Ra: al loro interno si trovano alcune pagine del Libro della Morte

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Nel corso della lunga storia dell’umanità moltissimi popoli si sono alternati e susseguiti, lasciandoci in eredità suggestivi enigmi. Pochi, però, hanno tanti riti legati alla morte quanto la civiltà egizia, che negli ultimi giorni si è svelata un po’ di più al pubblico grazie all’apertura di due nuove sale del tempio di Hatshepsut.

Affacciato sulla riva occidentale del Nilo, questo luogo sacro è stato a lungo un punto di riferimento per tutti coloro che volevano sia omaggiare gli dei che assicurarsi la benevolenza dei sacerdoti legati al “cammino” tra la vita e la morte. E in più, come si è scoperto, conteneva qualcosa di molto speciale.

Le sale del tempio di Hatshepsut

Le sale appena aperte erano state in origine etichettate come semplici tombe. Poi, è stata fatta una strana scoperta: entrambi i luoghi di sepoltura, che  fiancheggiano il santuario principale, dedicato ad Amon-Ra, avevano delle strane aree annesse, molto particolari, simili ad anticamere.

Una volta identificata questa anomalia, le tombe/sale sono state prese in esame da conservatori, architetti, ingegneri strutturali ed egittologi, che le hanno tenute chiuse moltissimo tempo, eseguendo delle analisi così puntigliose da distinguersi da quelli negli altri siti funerari egizi.

Le analisi, le tombe e le decorazioni

Ma come mai sono state necessarie queste analisi? È presto detto. In primis perché le tombe appartenevano a due esponenti nobili del tempo: una è la Tomba di Meru, un alto funzionario di fiducia alla corte del re Hatshepsut, scavata nella roccia e comprensiva di una cappella per le offerte, e l’altra è la Tomba di Juhoti, supervisore del tesoro di stato.

Già l’importanza delle persone in questione era sufficiente per cercare informazioni extra sulla storia delle sepolture, ma poi, eccole: nelle sale antistanti, si trovavano (e si trovano) delle decorazioni parietali che hanno richiesto molto tempo per essere interpretate. E che raccontano una storia molto particolare, che fa emergere dettagli finora occulti sui riti funerari.

Le iscrizioni e il Libro della Morte

Sì, perché a quanto pare accanto queste due tombe così importanti si trovavano delle aree dedicate ai culti della morte che avevano un ruolo chiave quando si dovevano mettere in atto i rituali pre e post imbalsamazione. Si trattava di zone adibite da una parte alla custodia e alla selezione delle sostanze aromatiche usate per curare il corpo dei defunti e dall’altra alla conservazione di preziose vesti di lino usate sia dai sacerdoti che per abbellire i cadaveri.

E non è tutto qui. Una delle pareti nell’area adiacente alla Tomba di Juhoti, infatti, presenta anche un’iscrizione importantissima: ben nove capitoli del Libro della Morte, l’antichissimo testo usato (un po’ come la Bibbia) nei riti funerari. Si tratta della prima volta che una raccolta così ampia di questo testo misterioso viene riportata all’interno della tomba, con tutti i suoi incantesimi e le sue formule.

Nel complesso, dunque, le due sale del tempio stanno riscrivendo una parte della storia dell’antico Egitto: lo svolgimento dei riti, con tutti i loro passaggi, con gli oggetti da usare e le vesti non erano mai stati tratteggiati bene come in questo caso.

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