SCIENZA

Missione Pandora della NASA a un passo dall'esplorazione delle atmosfere aliene

È tutto pronto per la Missione Pandora: il piccolo satellite che esplorerà 20 atmosfere di altrettanti esopianeti ha ormai raggiunto la sua forma definitiva

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Non è un mistero che nelle profondità del nostro Universo esistano pianeti ed esopianeti dalle caratteristiche uniche, che orbitano attorno a stelle dai tratti ancora enigmatici. Mondi che potrebbero essere simili al nostro, ma che hanno peculiarità ancora ignote, su cui gli studiosi si interrogano. Proprio per far luce su alcune di queste peculiarità, la NASA ha progettato la Missione Pandora.

Si tratta di una delle iniziative più ambiziose fra quelle attualmente attive in ambito astronomico-scientifico. Pandora, infatti, vuole rispondere a una delle domande più affascinanti della scienza moderna: possiamo trovare altre atmosfere simili alla nostra? La buona notizia è che potremmo avere riscontri molto prima di quanto pensavamo, dato che il team che si occupa della missione ha fatto notevoli passi avanti.

Cos’è la Missione Pandora?

Prima di parlare dei passi avanti, però, ha senso capire cos’è a tutti gli effetti la Missione Pandora. Come si legge nella pagina di presentazione della NASA, questa missione spaziale, che partirà nell’autunno del 2025, è del tutto incentrata sull’esplorazione delle atmosfere aliene, in particolare quelle degli esopianeti, mondi che si trovano al di fuori del nostro Sistema Solare.

La missione fa parte del programma Pioneers della NASA e vede protagonista un piccolo satellite (che si chiama proprio Pandora) in grado di condurre centinaia di osservazioni fotometriche e spettroscopiche simultanee. Il satellite ha il compito di analizzare le atmosfere di almeno 20 esopianeti, cercando segnali di idrogeno, acqua e altri elementi chiave che potrebbero indicare la presenza di mondi abitabili.

Pandora è equipaggiato con strumenti avanzati, tra cui un telescopio spaziale che studierà i transiti degli esopianeti, ovvero tutti i momenti in cui questi pianeti passeranno davanti alle loro stelle madri, rivelando informazioni cruciali sulla composizione chimica della propria atmosfera. Ma non è tutto: Pandora non si limiterà a osservare i pianeti in luce visibile, ma raccoglierà anche dati a lunghezze d’onda infrarosse, permettendo agli scienziati di distinguere i segnali della stella ospite da quelli del pianeta, un aspetto fondamentale per ottenere dati più precisi.

Perché siamo a un passo dall’obiettivo?

Anche se, come abbiamo detto, il lancio è previsto in autunno, la missione Pandora sta già facendo progressi straordinari. Dopo anni di progettazione (documentati sull’apposita pagina dedicata agli SmallSat della NASA) il satellite ha raggiunto una forma definitiva e, soprattutto, è stato completato il cosiddetto bus spaziale, strumento che costituisce la struttura e i sistemi necessari per il funzionamento della navetta.

Grazie a una serie di innovazioni tecnologiche, Pandora sarà in grado di raccogliere dati scientifici ininterrottamente per lunghi periodi, superando missioni e strumenti del calibro del James Webb Space Telescope che, pur essendo all’avanguardia, necessitano di alcuni periodi di stop.

Un altro notevole passo avanti è stato lo sviluppo di strumenti in collaborazione con il Lawrence Livermore National Laboratory, che fornirà dei rilevatori infrarossi altamente sensibili, in grado di rilevare anche le più piccole tracce di molecole nell’atmosfera di un esopianeta. Infine, la missione ha già superato la Critical Design Review (CDR), un passaggio fondamentale che ha validato il design del satellite e ha dato il via alla produzione e ai test dell’hardware di volo.

L’importanza delle atmosfere aliene

Ma perché è così importante studiare le atmosfere degli esopianeti? Le atmosfere sono la chiave per capire se un pianeta possa ospitare vita, proprio come la nostra atmosfera sostiene la vita sulla Terra. Un’atmosfera ricca di acqua, ossigeno o metano potrebbe suggerire che un pianeta ha condizioni simili a quelle che permettono la vita sul nostro pianeta.

Inoltre, la composizione atmosferica può dirci molto sulla storia e sull’evoluzione de vari piccoli mondi sospesi nel cosmo: se riusciremo a decifrare i segnali di questi luoghi lontani, Pandora potrebbe aiutarci a identificare esopianeti che, in futuro, potrebbero essere studiati da missioni ancora più grandi alla ricerca di segni di vita.

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