Una nuova scoperta è stata fatta su Vesta, uno degli asteroidi più grandi del nostro sistema solare
Cosa provoca i canali sull'asteroide Vesta? Ecco la risposta alla presenza d'acqua su questo enorme corpo celeste
Un team di ricercatori della Nasa ha fatto una scoperta sorprendente. Al centro dell’attenzione stavolta c’è uno degli asteroidi più grandi del nostro Sistema Solare: Vesta. Nello specifico, ad aver attirato l’attenzione dei ricercatori sono dei canali che attraversano la superficie. La loro origine è misteriosa, ma potrebbero essere il frutto di intensi flussi d’acqua salata. In precedenza, invece, l’unica ipotesi avvalorata era quella di detriti secchi individuati come responsabili.
Solchi su Vesta
Lo studio condotto è stato pubblicato su Planetary Science Journal. I ricercatori hanno sfruttato un approccio differente rispetto alla norma, al fine di simulare quelle che sono le estreme condizioni presenti su Vesta.
Di fondamentale importanza Dustie (Dirty Under-vacuum Simulation Testbed for Icy Environments), una camera di test speciale presente presso il Jet Propulsion Laboratory della Nasa.
Sappiamo che l’impatto dei meteoriti può innescare un flusso di liquidi in superficie. Il dubbio è però rappresentato dal fatto che questi possano permanere in uno stato attivo tanto a lungo da modificare le caratteristiche superficiali dell’asteroide. Com’è possibile, dunque, la presenza di liquidi su un corpo celeste privo di atmosfera? Il vuoto dello spazio, infatti, dovrebbe comportare un’immediata evaporazione.
La risposta risiede nel cloruro di sodio (sale da cucina). Nei tanti esperimenti condotti, infatti, l’acqua pura procedeva a congelarsi all’istante nelle condizioni simulate del corpo celeste. Le soluzioni saline restavano invece in uno stato liquido per più di un’ora: “Un tempo sufficiente per procedere alla formazione delle caratteristiche che sono state associate ai flussi avvistati su Vesta, che richiedono fino a 30 minuti, stando alle stime”, ha spiegato Michael J. Poston del Southwest Research Institute (primo autore dello studio).
I risultati
Queste osservazioni sarebbero state impossibili senza l’ausilio della sonda Dawn della Nasa. Quest’ultima ha infatti orbitato intorno all’asteroide Vesta tra il 2011 e il 2012, per un totale di 14 mesi.
Quelle immagini catturate mostravano dei canali molto profondi sulla superficie del corpo celeste. L’origine di tutto ciò era rimasta ignota finora, al centro di numerosi dibattuti nella comunità scientifica.
Uno degli aspetti più interessanti emersi è senza dubbio la formazione di uno strato ghiacciato in superficie. Ciò rappresenta una sorta di “tappo” a protezione del liquido sottostante. Una tutela dal vuoto spaziale, che spingerebbe il liquido a evaporare all’istante. Un fenomeno che, rapportato alla Terra, richiama i meccanismi che consentono alla lava di fluire più agevolmente nei tubi lavici, proteggendola dal raffreddamento atmosferico.
Questa ricerca offre la possibilità di comprendere a fondo Vesta, certo, ma non solo. I risultati ottenuti, infatti, permettono ai ricercatori anche di ottenere preziosi spunti per lo studio di altri corpi celesti, come la luna Europa di Giova o Cerere. Qui, infatti, potrebbero verificarsi dei processi naturali simili.