Il mistero degli antichi messaggi apparsi sulle pareti di una grotta a Gerusalemme
Li hanno trovati incisi sulle pareti di un sacro bagno rituale ricavato in una grotta, a Gerusalemme: ma cosa sono davvero questi antichi messaggi?
Un “nuovo” mistero sta mettendo alla prova gli archeologi: sulle pareti di una grotta a Gerusalemme sono apparsi degli strani e antichissimi segni che potrebbero essere dei messaggi in codice. Riuscire a comprenderne il senso sembra essere una sfida estremamente complessa, specie considerando che la grotta che li custodisce non era una qualsiasi.
Al suo interno infatti si trovava il Miqveh, ossia il bagno rituale del Tempio di Erode (detto anche Secondo Tempio di Gerusalemme). Questo Miqveh risale dunque al I secolo d.C ed era già noto agli studiosi per via di una serie di elementi elaborati, caratterizzanti e di interpretazione non proprio immediata.
La scoperta nel Miqveh
Come sempre, al fine di avere una comprensione totale dell’accaduto, ripercorriamo tutte le fasi ella straordinaria scoperta. Nel 2015 gli archeologi dell’Israel Antiquities Authority hanno condotto degli studi e degli scavi nell’area residenziale di Arnona di Gerusalemme, portando alla luce il succitato Miqveh.
Già dopo il rinvenimento, gli studiosi hanno preso atto del fatto che l’intera struttura fosse molto elaborata: le pareti erano rivestite di gesso e decorate con disegni e iscrizioni fatte con fango e fuliggine. Ma non solo, perché alcune iscrizioni erano proprio incise nell’intonaco.
Nel complesso, le pareti apparivano anche piuttosto fragili, di conseguenza ci sono voluti anni e anni per studiare ogni strato senza provocare danni. È proprio per questo che solo qualche giorno fa sono stati individuati gli antichi messaggi che, adesso, sono oggetti di studio e approfondimento.
Disegni e messaggi in codice
Come mai si parla tanto di mistero riguardo alle incisioni ritrovate nel Miqveh? Innanzitutto, proprio per la funzione di questo bagno rituale. Per chi non lo sapesse, si tratta di un’area del tempio dove chi voleva raccogliersi in preghiera nell’edificio sacro doveva immergersi per riacquistare la cosiddetta “purità rituale”.
Per purità rituale si intende la cancellazione di quelle che erano delle “macchie” a seguito di specifici avvenimenti (come le mestruazioni per le donne). I fedeli dovevano immergersi del tutto e rimanere in acqua per diverso tempo, ma gli ambienti dedicati al bagno rituale non erano mai particolarmente decorati, proprio perché si trattava di un rituale di “sterilizzazione.”.
Alexander Wiegmann e Royee Greenwald, archeologi dell’Israel Antiquities Authority a capo degli scavi, hanno commentato così la scoperta: «questi antichi messaggi sono stati una sorpresa: si trovano accanto a raffigurazioni di navi, alberi e piante dentro un bagno sacro rituale. E ancora non riusciamo ancora a comprendere come siano connessi».
«È tutto in mistero. È vero che le raffigurazioni erano molto presenti nell’arte ebraica dell’epoca del Secondo Tempio, ma sembrano fuori contesto. E i messaggi sono indecifrabili: sono simboli sconosciuti, apparentemente scritti in lingua aramaica declinata in corsivo ebraico, ma dopo una verifica abbiamo capito che non è così».
Le ipotesi e i prossimi studi
Non è tutto qui. Anche se le raffigurazioni trovate nel Miqveh sono molto comuni per l’arte del tempo, c’è un elemento che non convince gli studiosi. Infatti, tra le piante raffigurate sulle pareti della grotta c’è anche la palma da dattero, che pur essendo un tipico disegno dell’epoca perché simboleggiava la Terra d’Israele sulle monete ebraiche e romane, non ha molto a che fare con un bagno rituale.
«Alla luce di questo e data l’incomprensibilità delle iscrizioni – hanno detto ancora Wiegmann e Greenwald – non siamo ancora in grado di determinare se iscrizioni e disegni abbiano un significato simbolico o teologico, o se più semplicemente… i visitatori del miqveh si siano semplicemente divertiti con raffigurazioni semplici e incisioni senza nessun significato profondo».
Nei prossimi mesi, l’Israel Antiquities Authority farà ulteriori analisi confrontandosi anche con esperti di lingue antiche. Per il momento, dunque, non resta che aspettare i loro pareri.