SCIENZA

Una "mano spettrale" è apparsa in cielo in queste sere: di cosa si tratta veramente?

La NASA ha svelato per Halloween una mano spettrale nello spazio. Ecco le sue origini e cos'è quella luce che viene emanata dal suo "palmo"

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Fonte: X-ray: NASA/CXC/Stanford Univ./R. Romani et al. (Chandra); NASA/MSFC (IXPE); Infrared: NASA/JPL-Caltech/DECaPS; Image Processing: NASA/CXC/SAO/J. Schmidt⁣

Continuano le particolari osservazioni della NASA, che propone immagini spettacolari sui propri account social. Scatti che riescono a diventare virali, attirando l’attenzione generale sui progetti, le ricerche e le scoperte che riguardano l’universo nel quale è immerso quel puntino che chiamiamo Terra. L’ultimo elemento posto in evidenza è ciò che viene definito “mano spettrale” e che, a tutti gli effetti, sembra un’immagine promozionale per un nuovo film Marvel.

Cos’è la mano spettrale della NASA

L’avvistamento è stato possibile grazie ai telescopi Chandra e Ixpe della NASA, che sono stati in grado di immortalare gli effetti di una stella collassata. Ciò che ammiriamo nella fotografia è l’insieme dei movimenti delle particelle della suddetta stella di neutroni.

Tutto ciò ha generato una nebulosa, la cui forma ricorda chiaramente quella di una mano che, a palmo aperto, si muove libera nel freddo spazio. La fantasia umana ha di che lavorare dinanzi a questo scatto, dal momento che le sfumature violacee conferiscono al tutto un vero e proprio aspetto spettrale. Non a caso l’agenzia spaziale americana ha deciso di proporre quest’immagine il 30 ottobre. Fa parte, infatti, della collezione di foto inserita nell’album di Halloween.

Come nasce la mano spettrale

Al di là della ben comprensibile suggestione, è tempo di parlare di scienza e, dunque, delle reali origini della mano spettrale avvistata e pubblicata dalla NASA. L’effetto che possiamo apprezzare è il risultato finale delle conseguenze della morte o del collasso di una stella, avvenuto ormai 1500 anni fa, circa.

Quando ciò è avvenuto, la stessa ha generato un oggetto estremamente denso. Facciamo riferimento a quella che viene definita una stella di neutroni rotanti. Caratterizzata da forti campi magnetici, noti anche come pulsar, rappresenta un laboratorio ideale per qualsiasi fisico. Ciò perché vanta condizioni che non possono minimamente essere replicate sulla Terra.

Le giovani pulsar sono in grado di generare dei getti di materia e antimateria che, insieme a un intenso vento, si allontanano dai poli dei campi magnetici. Ecco ciò che consente la formazione di una nebulosa del vento della pulsar. Un fenomeno che l’uomo è riuscito a osservare per la prima volta nel 2001, proprio grazie al telescopio Chandra.

Nel caso specifico dell’immagine acquisita di recente, è possibile notare agevolmente il pulsar su quello che sarebbe il palmo della mano spettrale. Qualcosa di distante ben 16mila anni luce dalla Terra. Gli esperti sono stati inoltre in grado di ricreare la mappa del campo magnetico, grazie al telescopio Ixpe. Questo è stato lanciato nel 2021 e nel caso specifico ha rivolto lo sguardo alla nebulosa per ben 17 giorni.

Ecco le parole di Roger Romani, dell’Università di Stanford: “Le particelle cariche che producono i raggi X viaggiano lungo il campo magnetico, determinando la forma di base della nebulosa, come fanno le ossa nella mano di una persona”. Sono chiaramente due gli approcci possibili dinanzi a tutto ciò. Da un lato c’è quello scientifico, che prevede una profonda ammirazione per tutto ciò che ci circonda. In questo caso si mira sempre a scoprire dettagli che possano fornire anche minime spiegazioni sul funzionamento della nostra galassia e dell’universo tutto. Dall’altro, però, c’è quello divertito di chi quaggiù non ha minimamente le basi per comprendere quanto si celi dietro il semplice spettacolo visivo. Ed è chiaro dai commenti divertiti sul profilo Instagram della NASA, tra chi parla della mano di Vishnu e chi cita Thanos. Anche in questo modo, però, si fa divulgazione scientifica, divertendo il pubblico e attirandolo verso cose ben al di là del proprio spettro visivo.

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