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SCIENZA

Il telescopio spaziale Hubble ci mostra il "pilastro cosmico" della Nebulosa Aquila

Grazie a un'immagine recentemente rielaborata il telescopio Hubble ci offre una nuova visione di una parte della suggestiva Nebulosa Aquila

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A settemila anni luce da noi, nelle profondità della Via Lattea, una colonna immensa di gas e polveri si erge tra le stelle come una scultura scolpita dal tempo: è un “pilastro” altissimo, che si trova in uno dei luoghi più affascinanti, la Nebulosa Aquila e che il telescopio spaziale Hubble ha catturato in una nuova immagine mozzafiato, resa possibile grazie a tecniche di elaborazione all’avanguardia.

A prima vista sembra un pennacchio di fumo o un’antica torre in rovina, sospesa nel vuoto siderale. Ma dietro la sua bellezza si nasconde un laboratorio naturale, dove nascono nuove stelle e si scrive, in silenzio, il futuro dell’universo. E proprio oggi possiamo osservare questo spettacolo con occhi nuovi.

L’immagine riprocessata da Hubble

Facciamo un piccolo passo indietro: per chi non lo sapesse la Nebulosa Aquila è una vasta regione di formazione stellare nella costellazione del Serpente, luogo iconico per gli astronomi e per gli appassionati di spazio, grazie alle sue spettacolari strutture di gas e polveri modellate dai venti e dalle radiazioni di giovani stelle in formazione.

Nel 2005, il telescopio spaziale Hubble era già stato inviato a “scandagliarla” e ci aveva regalato l’immagine originale del pilastro cosmico. Lo scatto aveva affascinato il mondo intero, diventando uno dei simboli più celebri delle meraviglie celesti catturate dal potente strumento ottico. E adesso? Ora, come spiegano sia l’Esa che la Nasa, in occasione del 35esimo anniversario di Hubble, lo scatto è stato riprocessato, utilizzando tecniche di elaborazione molto più avanzate rispetto a quelle disponibili vent’anni fa.

Il nuovo ritratto è stato ottenuto combinando i dati di uno dei primi programmi di osservazione (Hubble #10393) con metodologie moderne di trattamento delle immagini, capaci di estrarre una ricchezza di dettagli mai visti prima. La rielaborazione è stata curata dal team Esa/Hubble, in collaborazione con il Goddard Space Flight Center della Nasa e con lo Space Telescope Science Institute.

Colori e luci che parlano

A rendere questa immagine tanto suggestiva non è solo la forma del pilastro, ma anche il modo in cui luci e colori raccontano la storia della sua struttura. Ogni sfumatura, ogni bagliore, corrisponde a fenomeni fisici reali che si svolgono a migliaia di anni luce da noi. Il blu che domina la parte superiore dello sfondo indica la presenza di gas ionizzato da stelle giovani e calde, mentre il rosso e l’oro più in basso rivelano aree in cui la polvere è più densa e la radiazione ultravioletta riesce a penetrare con maggiore difficoltà.

Il pilastro stesso è una colonna di gas freddo e polveroso che resiste all’erosione causata dai venti stellari e dalla radiazione intensa delle stelle neonate. Alcune parti della struttura appaiono illuminate perché la luce delle stelle vicine riesce a filtrare attraverso zone meno dense, creando quegli effetti di silhouette e retroilluminazione che donano tridimensionalità alla scena.

I pennacchi e le “ciocche” di gas che si protendono dal pilastro sono il segno visibile della lotta costante tra la forza gravitazionale che cerca di mantenere il gas compatto e la pressione della radiazione che lo spinge verso l’esterno. Anche le stelle sparse nello sfondo, blu e dorate, non sono semplici decorazioni ma indizi preziosi: alcune sono stelle giovani nate proprio nella Nebulosa Aquila, altre sono stelle di primo piano o di sfondo che, per un curioso allineamento, si trovano a punteggiare la scena.

Un approfondimento fondamentale

Tutto, dunque, in questa immagine parla della vita e della trasformazione del cosmo, in una danza che si svolge in tempi e spazi difficili persino da immaginare. Rielaborare l’immagine ha permesso di ottenere uno scatto non solo più spettacolare, ma anche più informativo.

I dettagli emersi aiutano gli astronomi a comprendere meglio come le giovani stelle modellano l’ambiente circostante con la loro energia, scavando cavità e scolpendo pilastri di polveri nel processo di formazione stellare: il nuovo sguardo contribuisce così a raffinare i modelli teorici sulla nascita delle stelle e sulla dinamica delle nebulose, aggiungendo un altro tassello alla nostra conoscenza dell’universo in continua evoluzione.