SCIENZA

Nello spazio c’è un gigantesco “occhio di gatto”

Nello spazio, a 3mila anni luce dal pianeta Terra, c'è una nebulosa che è stata ribattezzata (non a caso) "occhio di gatto" per la sua forma

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Fonte: ESA

Occhi di gatto, un altro colpo è stato fatto! Di sicuro è un colpo eccezionale, come sottolineato nel celebre cartone animato, quello messo a segno dall’Agenzia Spaziale Europea che ha approfittato della giornata internazionale dedicata al felino per mostrare una nebulosa dalla forma inconfondibile. Nello spazio, infatti c’è un gigantesco “occhio di gatto”.

L’ESA non ha fatto altro che pubblicare lo scatto dell’agglomerato interstellare che ha appunto questo nome curioso, come anche quella che allude alle uova marce, perché ricorda da vicino la pupilla di un micio. Si sta parlando di una zona dell’universo distante 3mila anni luce dalla Terra, con una serie di forme che derivano dai gas incandescenti.

Il nome scientifico della nebulosa “occhio di gatto” è comunque un altro, vale a dire NGC 6543. Si sta parlando di un oggetto astronomico che è stato individuato per la prima volta nel lontano 1786 e che gli astronomi hanno continuato ad esaminare nel corso degli anni e dei secoli. L’ESA ha celebrato i gatti in maniera curiosa, anche se la foto della nebulosa non è qualcosa di recente. L’immagine è stata infatti pubblicata originariamente nel 2008 grazie al telescopio Hubble della NASA e soprattutto a uno dei suoi strumenti più sofisticati, l’ACS (Advanced Camera for Surveys). Perché la mente è portata ad associare l’agglomerato a un occhio?

Espulsione di massa

Hubble è già stato protagonista di altre foto spettacolari, ma in questo caso il merito è tutto degli anelli concentrici (c’è chi ci vede delle conchiglie) della nebulosa “occhio di gatto”. Ogni singolo anello non è altro che il contorno di una sfera proiettata nel cielo, un dettaglio che spiega perché i bordi esterni di NGC 6543 sono così luminosi. Gli astronomi hanno approfondito qualsiasi particolare e hanno ricostruito con cura la storia della nebulosa stessa. Anzitutto, la stella centrale ha espulso la propria massa ogni 1500 anni più o meno. La polvere che ne è derivata è stata impressionante.

Il ruolo svolto dalla stella centrale

In effetti, questi granelli potrebbero formare tutti i pianeti del sistema solare senza problemi, un paragone che rende meglio l’idea di cosa sia la “occhio di gatto”. Gli esperti della NASA hanno voluto capire anche per quale motivo questa stella che si trova al centro della nebulosa abbia perso la sua massa. Una delle ipotesi che vanno per la maggiore è quella secondo cui ci sarebbero stati cicli di attività magnetica non diversi da quelli delle macchie solari. Le alternative non mancano e sono altrettanto affascinanti.

Ad esempio, gli astronomi hanno tirato in ballo anche le pulsazioni delle stelle e persino l’attività di altre stelle in orbita attorno a quella morente. Come se non bastasse tutto questo, c’è la teoria per cui la stella principale abbia espulso il materiale in modo meno esplosivo, con conseguente trasformazione di questa polvere negli anelli concentrici che oggi formano l’occhio di gatto. L’impressione netta è che questa nebulosa non troppo lontana dal nostro pianeta abbia ancora molto da raccontare e che i nuovi dettagli possano essere molto più intriganti rispetto a quelli che sono stati resi noti dalla fine del ‘700 ad oggi.

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