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Netflix ha le idee più chiare di quanto pensiamo

Tra favorire gli abbonamenti con pubblicità o i membri extra degli abbonamenti esistenti c'è una grande differenza: cosa farà Netflix?

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Fonte: Netflix

L’abbonamento a Netflix con pubblicità ha appena sei mesi di vita, ma inizia già a far registrare i primi buoni risultati e la piattaforma non ha avuto grossi problemi a renderli pubblici, durante l’evento “Netflix 2023 Upfront: Building a Forever Business“.

Gli “Upfront Event” sono degli eventi che, nell’industria televisiva e dello streaming, si tengono all’inizio di una nuova stagione pubblicitaria. A questi eventi, che sono tenuti da alti manager delle piattaforme, partecipano gli investitori e i partner. Sono dunque momenti importanti, durante i quali si comunicano numeri importanti.

Ma non è tanto il numero di abbonati al piano con gli spot a far ben sperare Netflix, quanto il tasso di crescita di tale numero: il nuovo tipo di abbonamento, in pratica, è diventato una delle opzioni maggiormente prese in considerazione da chi non è ancora utente Netflix, quando decide di diventarlo.

Netflix con pubblicità: i numeri

Ma veniamo al dunque, ai numeri: oggi circa 5 milioni di utenti nel mondo sono abbonati al piano Standard con pubblicità di Netflix. Si tratta di un numero piuttosto basso, rispetto al totale di circa 230 milioni di abbonati di Netflix, ma è destinato a crescere in fretta.

Secondo i dati comunicati dalla piattaforma, infatti, oltre un quarto dei nuovi abbonati sceglie il piano con pubblicità. L’80% degli abbonati guarda gli spot tramite una Smart TV, il 70% ha un’età compresa tra 18 e 49 anni e l’età media di questi abbonati è di 34 anni.

Infine, secondo i dati forniti a Netflix da Nielsen e da Edo, questi abbonati sono molto propensi a interagire con la pubblicità e a restare incollati allo schermo, nonostante la pubblicità.

Pubblicità Vs condivisione

I numeri fin qui snocciolati non sono interessanti solo per Netflix e per le aziende che si vogliono fare pubblicità su Netflix: lo sono anche per chi condivide un abbonamento a Netflix in modo illegale.

E’ ormai noto, infatti, che verso giugno (cioè tra pochissimi giorni) Netflix inizierà a bloccare la condivisione delle password per forzare chi condivide gli account da posizioni fisiche diverse a fare un abbonamento nuovo.

E’ altrettanto noto che alcuni di questi utenti “a scrocco” decideranno di non fare alcun abbonamento, altri sceglieranno il piano Standard con pubblicità e altri ancora preferiranno diventare un “membro extra” dell’abbonamento di qualcun altro.

La domanda più importante di tutte per Netflix, in questo momento, è quanti sceglieranno la prima opzione, quanti la seconda e quanti la terza?

La risposta dipenderà non solo dagli utenti, ma anche dalla stessa Netflix che può decidere di favorire una scelta o l’altra cambiando i prezzi delle varie opzioni.

L’Italia è completamente dentro a queste dinamiche, perché è piena di utenti che condividono l’abbonamento e perché in Italia è già disponibile il piano Standard con pubblicità.

Il piano Standard con pubblicità costa 5,49 euro al mese, permette di usare Netflix su due dispositivi, in Full HD, ma non permette di scaricare i contenuti per guardarli senza connessione.

Aggiungere un membro extra ad un abbonamento esistente, invece, costerà quasi certamente 5,99 euro al mese e sarà possibile farlo solo in caso l’abbonamento principale sia lo Standard o il Premium. L’utente extra non vedrà pubblicità, ma potrà usare un solo dispositivo e creare un solo profilo, che non potrà essere un profilo bambino.

Uno spot da 30 minuti

Molto probabilmente Netflix preferirebbe veder crescere gli abbonati ai piani con pubblicità, piuttosto che i membri extra di abbonamenti già esistenti. E’ lecito ipotizzarlo vista l’idea del co-CEO di Netflix, Ted Sarandos, che ha annunciato l’arrivo di nuovi e rivoluzionari formati di pubblicità.

Ad esempio un maxi spot” da 30 minuti complessivi, a puntate da 30 secondi. Un tipo di advertising chiaramente impossibile sulla TV tradizionale, che trasforma la pubblicità in contenuto d’autore, gradevole da vedere e che l’utente potrebbe addirittura scegliere di vedere e cercare nel catalogo.

Un contenuto che pagherebbe, tra l’altro, l’investitore pubblicitario e non Netflix. La piattaforma, quindi, ci guadagnerebbe due volte.

Alla luce di tutti questi numeri e tutte queste informazioni, quindi, forse già sappiamo dove vuole andare Netflix nei prossimi anni per costruire il suo “Forever Business“.

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