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Nuova scoperta archeologica a Gela, in Sicilia: emersi antichi reperti del VI secolo a.C.

Nuova scoperta archeologica in Italia: a Gela emergono reperti e sepolture del VI secolo durante dei lavori infrastrutturali in citt

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Eccezionale nuova scoperta archeologica in Italia: il sottosuolo di Gela rivela preziose testimonianze di un passato remoto che riaffiora. Recentemente, nel corso di lavori infrastrutturali in via Garibaldi, sono emersi manufatti risalenti alla prima metà del VI secolo a.C., che aiutano a far luce sulle pratiche funerarie e sui contatti commerciali dell’antica colonia greca.

Gela protagonista di una nuova scoperta archeologica in Italia

Tra i reperti emersi durante alcuni lavori infrastrutturali a Gela, come accade sempre più frequentemente sul nostro territorio (e non solo), spicca un’osteotheca, cioè un particolare vaso in terracotta in origine destinato a contenere vino, caratterizzato da quattro anse e un beccuccio, necessario per versare la bevanda. Quest’oggetto, tuttavia, ha avuto una seconda vita come urna funeraria per un infante, come testimoniano i resti ossei rinvenuti al suo interno.

L’importanza di tale ritrovamento è ancora maggiore grazie al suo parallelismo con un altro esemplare analogo, scoperto nel secolo scorso dal celebre archeologo Paolo Orsi. Si conferma, così, la diffusione di questo tipo di pratica funeraria nell’area gelese.

Oltre all’osteotheca, lo scavo ha restituito ulteriori sepolture ad enchytrismos, una tipologia di inumazione tipica dell’epoca che prevedeva l’uso di grandi vasi per la deposizione dei defunti. Frammenti di una tomba alla cappuccina, realizzata con tegole disposte a spiovente e ceramiche d’importazione, hanno permesso di datare il complesso funerario riportato alla luce come appartenente alla prima metà del VI secolo a.C.

Tutti questi manufatti offrono una testimonianza diretta e unica della centralità di Gela nei circuiti commerciali del Mediterraneo antico, sottolineando la presenza di scambi culturali e mercantili con altre civiltà dell’epoca.

Possibili altri ritrovamenti: continuano gli scavi

Lo scavo, condotto sotto la supervisione della Soprintendenza ai Beni Culturali, rientra nell’ambito delle misure di sorveglianza preventiva adottate per la tutela del patrimonio archeologico della città. La scoperta, infatti, conferma la necessità di un attento monitoraggio durante qualsiasi intervento nel sottosuolo urbano, evidenziando come ogni operazione possa portare alla luce nuove tracce della vita quotidiana e delle usanze delle popolazioni antiche che abitavano il territorio.

L’attenzione ora è rivolta alla prosecuzione degli scavi, che si estendono per ulteriori dieci metri lineari ancora da esplorare. Gli archeologi confidano nella possibilità di rinvenire ulteriori testimonianze e reperti che possano arricchire la conoscenza della storia locale e, al tempo stesso, dell’evoluzione delle pratiche funerarie e commerciali nel contesto siciliano arcaico.

Il materiale recuperato verrà sottoposto a un attento studio e a operazioni di restauro prima di essere esposto presso il Museo Archeologico Regionale di Gela, dove potrà essere ammirato dal pubblico e dagli studiosi.

Questa nuova scoperta archeologica in Italia s’inserisce in un quadro più ampio di continui ritrovamenti che consolidano l’importanza storica di Gela come uno dei principali centri della Sicilia antica. Le nuove evidenze archeologiche contribuiscono a delineare con maggiore precisione il profilo della città in epoca greca, testimoniando la sua vitalità culturale ed economica. La conservazione e valorizzazione dei reperti rappresentano un tassello fondamentale per la comprensione della storia mediterranea e delle civiltà che hanno lasciato la loro impronta su questa terra.

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