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Piracy Shield: guerra aperta in AGCOM, piattaforma a rischio

Le spaccature all'interno dell'AGCOM sono così profonde, ormai, da disegnare un futuro a tinte fosche per la piattaforma anti pirateria Piracy Shield

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La piattaforma anti pirateria Piracy Shield è diventata ufficialmente terreno di scontro, apertissimo ormai, all’interno dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni: il commissario AGCOM Elisa Giomi, infatti, ha preso pubblicamente posizione contro il suo presidente Giacomo Lasorella. Lo ha fatto con un lungo post su Linkedin, con il quale smentisce quanto affermato da Lasorella in Commissione Cultura alla Camera dei Deputati.

Piracy Shield: cosa dice Lasorella

Il presidente AGCOM, Giacomo Lasorella, la settimana scorsa in audizione in Commissione Cultura alla Camera dei Deputati ha difeso a spada tratta la piattaforma Piracy Shield.

Secondo Lasorella, infatti, la piattaforma funziona e a fronte di oltre 7 mila indirizzi Ipv4 e 26 mila fqdn bloccati ci sarebbero stati solo 2 reclami, per di più risolti in tempi stretti (alcune ore).

Sempre secondo Lasorella, inoltre, non c’è niente di male nel fatto che Piracy Shield sia stata regalata dalla Lega Serie A: senza questa donazione, infatti, lo Stato italiano non sarebbe mai riuscito a dotarsi di una piattaforma di questo tipo, e di questa efficacia, in tempi stretti. Alla società che ha creato la piattaforma, inoltre, sarebbe stata affidata solo la manutenzione del sistema.

Per la seconda fase, cioè per il cosiddetto “Piracy Shield 2.0“, si procederà a fare un regolare bando Consip e verrà richiesta una piattaforma nuova, aggiornata a tutte le recenti novità tecniche e normative. Si tratterà di una “reingegnerizzazione della piattaforma, finalizzata a ottimizzare l’impianto esistente e adeguarlo alle nuove esigenze emerse, per rendere la nostra attività di controllo e di contrasto alla pirateria ancora più penetrante ed efficace“.

Piracy Shield: cosa dice Giomi

Dopo alcuni giorni di silenzio, è arrivata la risposta della commissaria AGCOM Elisa Giomi alle parole del suo stesso presidente. La Giomi, tramite un post su Linkedin, specifica che la dichiarazione del presidente alla Camera non era stata precedentemente discussa né, men che meno, concordata.

Secondo la Giomi, poi, Piracy Shield 2.0 è necessaria perché l’attuale piattaforma genera “una percentuale significativa e costante di errori non compatibili con le prescrizioni normative“. In pratica non funziona.

La donazione della piattaforma da parte della Lega Serie A, poi, per la Giomi è un vero e proprio conflitto d’interessi e, infatti, la piattaforma non è imparziale nel suo funzionamento.

Per la Giomi, infine, “Non è accettabile che un sito lecito sia chiuso in 30 minuti dalla piattaforma e la rimozione del blocco possa richiedere anche oltre 30 giorni“.

Che ne sarà di Piracy Shield

Piracy Shield, dunque, ha scatenato la guerra all’interno di AGCOM e questa guerra, inevitabilmente, si ripercuoterà sulla prossima versione della piattaforma che, se non verrà concertata fino all’ultima riga di codice, potrebbe causare ulteriori spaccature (mai viste prima a questi livelli) all’interno dell’Autorità.

Non è nemmeno da escludere, inoltre, che nell’attesa dell’arrivo di Piracy Shield 2.0 la prima versione venga messa in pausa per la prossima stagione calcistica. Tutto dipenderà da un fattore: se Piracy Shield creerà un nuovo “incidente diplomatico” come quello del 19 ottobre scorso, quando a venir bloccato per alcune ore è stato addirittura il servizio di Google Drive in Italia, allora sarà veramente difficile difendere ancora la piattaforma anti pirateria.

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