Pezzotto: la Lega Serie A attacca Google e l'AGCOM si spacca
C'è un clima da resa dei conti sulla lotta alla pirateria online: la Lega Serie A minaccia Google, mentre l'AGCOM si spacca sulla sospensione della piattaforma Piracy Shield
Per combattere la pirateria online la piattaforma anti pezzotto Piracy Shield non basta: serve piena collaborazione da parte dei motori di ricerca, in primis da parte di Google. E, così, la Lega Serie A minaccia Big G: o fa sparire dai suoi risultati tutte le pagine in cui è possibile procurarsi informazioni e software utili a guardare gratis le partite in streaming, oppure si va in tribunale.
La notizia, riportata da Il Sole 24 Ore, non stupisce affatto chi ha seguito la vicenda pezzotto negli ultimi mesi: l’aria che tira tra il mondo del calcio, con a fianco l’AGCOM, e quello del web è davvero pesantissima.
Serie A contro Google: la diffida
Secondo quanto riportato dal giornale economico, il 7 ottobre la Lega Serie A ha inviato, tramite i suoi avvocati, una diffida a Google Ireland Ltd, che è il braccio europeo di Google al quale fanno capo tutte le divisioni nazionali nel vecchio continente.
L’associazione delle squadre del massimo campionato italiano di calcio minacciano Google di portarla in tribunale se non “deindicizza” tutte le pagine utili agli utenti per guardare gratis le partite. Sarebbero oltre 20 mila e, secondo la Lega Serie A, dovrebbero sparire subito dai risultati di ricerca.
In più, sul Play Store di Google ci sono decine di app Android con le quali è possibile accedere allo streaming pirata delle partite e, anche in questo caso, Google non farebbe abbastanza per impedirlo.
A quest’ultimo aspetto ha fatto accenno, pochi giorni fa, anche il commissario AGCOM Massimiliano Capitanio durante una diretta su YouTube, subito dopo aver ammesso che il blocco per sbaglio di Google Drive, da parte di un segnalatore di DAZN, era stato un errore grave.
Per quell’errore, ieri, l’AGCOM ha a sua volta diffidato DAZN minacciandola di togliergli il potere di segnalare (e quindi bloccare automaticamente) gli indirizzi IP e i domini pirata.
Il pezzotto spacca l’AGCOM
Quando si parla di pirateria online e di Piracy Shield, quasi sempre si parla anche (e a volte lo si vede anche) del commissario AGCOM Massimiliano Capitanio. L’ex parlamentare leghista è un po’ il volto di Piracy Shield, quello che ci mette la faccia sempre, anche quando c’è da prendere sberle mediatiche per i clamorosi errori della piattaforma.
Ma l’AGCOM non è solo Capitanio e, soprattutto, ora emerge che non è affatto tutta a favore di Piracy Shield. Al contrario, l’AGCOM è profondamente spaccata su questo tema come dimostra il lungo e pesante post su Linkedin di un altro commissario.
Stiamo parlando di Elisa Giomi, Professoressa Associata in Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università Roma Tre ed espressione del Movimento 5 Stelle all’interno dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
La Giomi, nel suo post, è chiarissima: “La piattaforma Piracy Shield doveva essere sospesa. Ci ho provato“. Secondo la Giomi, infatti, Piracy Shield è sbagliata nel metodo ma anche nel merito e, soprattutto, è stata scelta senza gara e senza trasparenza: è stata, infatti, una donazione della Lega Serie A che, però, è anche una delle parti in causa nella lotta alla pirateria.
Anche un altro commissario AGCOM, Antonello Giacomelli (espressione del Partito Democratico), è da tempo critico con Piracy Shield e, per questo, non ha votato diversi atti riguardanti la piattaforma arrivando anche a chiedere che tutto il meccanismo di blocco automatico degli indirizzi IP venisse modificato.