Libero
STREAMING E SERIE TV

Pezzotto: altri problemi per Piracy Shield e il 17 si avvicina

Piracy Shield ha un grosso problema tecnico che ne ingolfa velocemente il funzionamento e, dopo una decisione del tribunale di Milano, la situazione peggiorerà

Pubblicato:

pezzotto piracy shield Fonte foto: Ettore Griffoni / Shutterstock

Esattamente tra cinque giorni, il 17 agosto, ripartirà il campionato di calcio di Serie A italiano con Genoa-Inter e Parma-Fiorentina alle 18:30. Nello stesso giorno, allo stesso orario, verrà riattivata la famigerata piattaforma anti pezzotto Piracy Shield.

Una piattaforma molto criticata dalle aziende e dai professionisti del Web, perché in un certo senso “scarica” sugli Internet Provider e sugli altri attori della filiera della rete l’onere di bloccare i flussi audio-video pirata entro 30 minuti dalla segnalazione.

Nei giorni scorsi è trapelata la notizia di un grosso limite tecnico che rischia di bloccare Piracy Shield già poche ore dopo il suo riavvio per la nuova stagione calcistica. A questa notizia, ora, se ne aggiunge una che proviene dal tribunale di Milano, che avrà effetti altrettanto importanti sulla piattaforma.

Cloudflare non deve entrare in Privacy Shield

Dal tribunale meneghino arriva un parere tecnico-giuridico importantissimo: Cloudflare non ha alcun obbligo legale di aderire a Piracy Shield perché, di fatto, la legge non lo prevede.

Cloudflare, infatti, non è un’azienda italiana e, quindi, non rientra nel perimetro d’azione di Piracy Shield. Almeno per come è scritta oggi la legge.

Lega Serie A, Lega Serie B, Dazn e Sky Italia avevano chiesto al tribunale di imporre a Cloudflare l’iscrizione alla piattaforma e vietare, contemporaneamente, l’erogazione di alcuni suoi servizi alle IPTV pirata. Il tribunale, però, ha rigettato entrambe le richieste.

Cloudflare aiuta i pirati?

Cloudflare, per chi non lo sapesse, è una società statunitense fornitrice di servizi di sicurezza per siti Internet e altri servizi che permettono di veicolare enormi quantità di dati ad altissima velocità e con elevata ridondanza.

Ciò vuol dire che, se un flusso dati ha un problema, viene velocemente spostato su un altro canale di trasmissione affinché l’interruzione duri il meno possibile. Proprio questo, secondo i rappresentanti del calcio italiano e secondo le pay TV, permette ai pirati di continuare a trasmettere anche quando i loro flussi di dati vengono “spenti” da Piracy Shield.

Che fine farà Piracy Shield?

Il commissario AGCOM Massimiliano Capitanio ha già annunciato l’arrivo, entro fine anno, di una sorta di Piracy Shield 2.0, una nuova piattaforma più potente e più efficace. Ma col tempo abbiamo capito che le parole di Capitanio vanno sempre prese con un certo grado di elasticità, perché il commissario in quota Lega tende ad anticipare di molto le novità in arrivo.

Così è stato, ad esempio, quando Capitanio a inizio marzo ha annunciato la firma di un protocollo d’intesa tra Guardia di Finanza e Procura di Roma per permettere ai finanzieri di multare i clienti del pezzotto automaticamente, senza chiedere il permesso al giudice. Di questo protocollo non si è saputo poi più nulla.

Di fatto, annunci a parte, il 17 agosto riparte la Serie A con una piattaforma Piracy Shield ingolfata a causa del suo stesso meccanismo di funzionamento e senza la collaborazione di Cloudflare, azienda grazie alla quale i segnalatori di Piracy Shield devono continuamente inseguire i pirati, ingolfando ulteriormente il sistema.

Libero Shopping