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Piracy Shield potrebbe essere bloccata da un tribunale

Mentre l'AGCOM tace sulle segnalazioni di blocchi errati di siti Web regolarissimi, Assoprovider chiede l'elenco degli indirizzi IP bloccati da Piracy Shield: la piattaforma anti pezzotto potrebbe finire in tribunale

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A meno di un mese dal suo lancio, la piattaforma anti pezzotto Piracy Shield nata per contrastare la pirateria online si trova al centro di un acceso dibattito. Da un lato, l’AGCOM e la Lega Serie A ne esaltano l’efficacia nel bloccare le trasmissioni illegali di eventi sportivi. Dall’altro, Assoprovider, l’associazione che raggruppa i piccoli e medi operatori di prossimità, denuncia possibili errori e ingiustizie che potrebbero penalizzare i siti web legali e i loro utenti.

L’associazione ha inviato un’istanza all’AGCOM per ottenere la lista completa dei siti web bloccati da Piracy Shield, in particolare nelle giornate del 15 e 24 febbraio. Secondo alcune segnalazioni, infatti, in quei giorni la piattaforma avrebbe erroneamente colpito siti web completamente estranei alla pirateria.

Assoprovider vuole i dati AGCOM

Assoprovider chiede di conoscere le modalità con cui vengono presi i provvedimenti di inibizione, evidenziando la necessità di tutelare i diritti digitali di tutti in modo equo e imparziale. L’associazione si batte per una maggiore trasparenza da parte dell’AGCOM, al fine di evitare che la lotta alla pirateria si trasformi in una censura indiscriminata.

La richiesta di accesso agli atti inviata all’AGCOM – dichiara Gianbattista Frontera, Presidente di Assoprovider – rappresenta un passo cruciale nella nostra lotta per la trasparenza e la correttezza nell’ambito della regolamentazione della pirateria online. È fondamentale per noi, e per il settore che rappresentiamo, comprendere pienamente le modalità e le circostanze sotto le quali vengono presi provvedimenti di inibizione dell’accesso, specialmente in casi dove sembra che indirizzi IP e nomi di dominio non coinvolti in attività di pirateria siano stati ingiustamente colpiti“.

Il riferimento di Assoprovider è a casi come quello di Andrea Mannillo, amministratore di un sito web ingiustamente bloccato da Piracy Shield sabato 24 febbraio. Il blocco è avvenuto perché il sito di Mannillo utilizzava la stessa CDN (Content Delivery Network) di un sito pirata.

Le CDN sono reti di server che migliorano le prestazioni dei siti web, ma ne schermano l’indirizzo IP: quello che viene mostrato è proprio l’indirizzo della della CDN, non quello del sito (pirata o legittimo, non cambia) che la usa. Così, se Piracy Shield tira giù la CDN per bloccare il sito pirata, nello stesso momento blocca l’accesso anche ai siti legittimi che usano la stessa CDN.

Piracy Shield finirà in tribunale?

Nella sua richiesta di accesso ai dati sui siti bloccati da Piracy Shield, Assoprovider in realtà si sta muovendo per conto dei suoi associati che, a breve, potrebbero decidere di portare in tribunale la piattaforma.

L’associazione ha anche richiesto ad AGCOM di avere accesso alle segnalazioni di violazione del diritto d’autore, avvenute nelle giornate indicate – spiega Assoprovider – Questa richiesta nasce dalla possibile richiesta di danni ventilata da alcuni titolari dei siti e che potrebbero riguardare anche i provider di accesso italiani“.

Se l’AGCOM non fornirà i dati e non spiegherà nel dettaglio come funziona la piattaforma anti pezzotto, quindi, forse sarà costretta a sospenderla su richiesta dei giudici.

Oltre 500 siti web bloccati in due settimane

Nonostante le numerose segnalazioni di errori di Piracy Shield, l’AGCOM non ha ancora fornito spiegazioni o chiarimenti in merito. FAPAV, la Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, con grande soddisfazione comunica che da inizio febbraio oltre 500 indirizzi IP sono stati bloccati da Piracy Shield.

Tuttavia, non è chiaro quanti di questi siti web fossero realmente coinvolti in attività di pirateria e quanti invece siano stati erroneamente colpiti.

La vicenda di Piracy Shield apre un dibattito importante sul ruolo delle piattaforme anti-pirateria e sul delicato equilibrio tra la tutela del diritto d’autore e la libertà di internet. Le future evoluzioni del sistema dovranno necessariamente tenere conto delle criticità emerse per garantire un sistema efficace e rispettoso dei diritti di tutti.

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