SCIENZA

Le previsioni catastrofiche sulle montagne del futuro

Le previsioni future per quel che riguarda le montagne di tutto il mondo non sono affatto rosee: secondo uno studio il problema è tutto delle piogge

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Mi ricordo montagne verdi: l’immagine bucolica cantata da Marcella Bella nel lontano 1972 è destinata a lasciare spazio a qualcosa di profondamente diverso in futuro. A lanciare l’allarme è stato uno studio pubblicato sulla rivista “Nature”, secondo cui il cambiamento climatico sta rivoluzionando in maniera negativa le vette del nostro pianeta.

La neve non sarà più una caratteristica tipica dei monti in questione, anzi le bianche precipitazioni lasceranno spazio a piogge definite “estreme”. Uno scenario del genere non può che avere pessime conseguenze, nello specifico un’inondazione dopo l’altra. Come sono riusciti i ricercatori ad arrivare a simili conclusioni? Lo studio è stato a dir poco dettagliato.

Montagne e riscaldamento globale

Il Lawrence Berkeley National Laboratory che si trova negli Stati Uniti ha preso in esame le misurazioni di pioggia e neve dal 1950 ad oggi. Inoltre, per capire come si trasformeranno le montagne, si è avvalso di apposite simulazioni al computer che replicano il clima del futuro. La prima conclusione dello studio è presto detta: per ogni grado Fahrenheit di riscaldamento globale, le precipitazioni estreme a quote elevate aumentano di oltre otto punti percentuali (+8,3% per la precisione). Nel caso dei gradi Celsius, l’incremento è pari al 15%. La pioggia rappresenta un pericolo molto più grande rispetto alle nevicate.

In effetti, le precipitazioni non vengono immagazzinate in maniera rapida dalle montagne come invece accade con il manto nevoso. Secondo quanto sottolineato dallo studio americano, non si tratta di un problema lontano nel tempo e che si verificherà quando non ci saremo più, in realtà i dati dimostrano come il cambiamento sia già in corso. In particolare, sono i dati degli ultimi decenni che fanno capire quanto la situazione sia allarmante. Vale la pena aggiungere come i ricercatori a stelle e strisce abbiano esaminato soltanto le piogge più abbondanti ogni anno, nel corso di sei decenni complessivi e in relazione all’emisfero settentrionale.

Vivere troppo vicino alle montagne

Si è scoperto quindi che con l’aumento dell’altitudine, è aumentata anche la compressione della pioggia: l’incremento più notevole delle precipitazioni è stato notato a 3mila metri, con particolare riferimento alle zone più occidentali degli Stati Uniti. Un’altra area del mondo in cui le montagne sono in pericolo è quella dell’Asia, con l’Himalaya sotto monitoraggio costante, ma anche il Tian Shan e l’Hindu Kush. Tra l’altro, sulla Terra circa una persona su 4 vive in un luogo che è abbastanza vicino a una catena montuosa, al punto da essere a rischio per quel che riguarda le inondazioni. I danni stimati non fanno dormire sonni tranquilli.

Piogge così abbondanti possono mettere in ginocchio l’agricoltura del posto e le varie produzioni alimentari. Ad esempio, come viene riportato dallo studio del Lawrence Berkeley National Laboratory, il Dipartimento agricolo della California ha calcolato 89 milioni di dollari di perdite per quel che concerne il bestiame e i raccolti. A lungo termine, poi, un altro grave problema che si verrebbe ad aggiungere è quello dell’approvvigionamento idrico: con tanta pioggia e meno neve a disposizione, le riserve saranno insufficienti per venire incontro a tutte le esigenze, ragione per cui le montagne dovranno essere studiate con ancora maggiore attenzione.

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