Qualcosa di strano sta accadendo ad alcuni pappagalli in Amazzonia
Come mai i pappagalli Amazonia auropalliata hanno cambiato il loro modo di comunicare? Un nuovo studio fa luce su questo fenomeno.
C’è una particolare e bellissima specie di pappagallo che vive in Amazzonia, l’Amazona auropalliata, che si è sempre distinta per un "linguaggio" ben preciso e la capacità di comunicare grazie a esso. Un nuovo studio ha rilevato, però, che qualcosa è cambiato: negli ultimi decenni questi uccelli originari della costa del Pacifico hanno modificato i loro "accenti" e non emettono più i suoni di una volta. Ma che sta succedendo?
Il nuovo studio sull’amazzone nucagialla
Il fenomeno non è del tutto nuovo. È dal 1994 che gli scienziati hanno notato questo cambiamento negli esemplari di amazzone nucagialla (o amazzone dal collo giallo): come molti altri uccelli, anche questi esemplari hanno un linguaggio piuttosto articolato, persino dei "dialetti" regionali. Pertanto le varie "comunità" di pappagalli emettono versi differenti a seconda del luogo in cui vivono.
Tra il 2005 e il 2016, però, sembra che tutto ciò abbia subito una rapida accelerazione, rendendo più evidenti le mutazioni del linguaggio. Ne hanno parlato i ricercatori della New Mexico State University e dell’Università di Pittsburgh a Johnstown in uno studio pubblicato su Proceeding of the Royal Society – Biological Sciences dal titolo Widespread cultural change in declining populations of Amazon parrots.
"I nostri studi precedenti sull’amazzone dal collo giallo (Amazona auropalliata) hanno rivelato dialetti vocali stabili [tre per l’esattezza, ndr] in un periodo di 11 anni (1994-2005), con modesti spostamenti nei confini geografici e nella struttura acustica dei richiami di contatto – si legge nell’abstract -. Qui, abbiamo esaminato se le amazzoni dal collo giallo hanno mantenuto dialetti stabili nel successivo arco di tempo di 11 anni dal 2005 al 2016, culminando in 22 anni di studio". In questo arco di tempo, la popolazione di amazzoni ha subito un drastico calo, passando da "vulnerabile" a specie in "pericolo critico" secondo la Lista Rossa IUCN.
Ma non solo. "Abbiamo trovato prove di spostamenti geografici nei tipi di richiamo, che si manifestano in siti più bilingue e introgressione attraverso il confine acustico nord-sud precedentemente distinto – prosegue -. Abbiamo anche trovato maggiori prove di deriva acustica, sotto forma di nuovi tipi di chiamata emergenti e maggiore variazione acustica complessiva". Risultati che "suggeriscono che le tradizioni culturali come i dialetti possono cambiare in risposta alle condizioni demografiche e ambientali, con ampie implicazioni per le specie minacciate".
Se prima i diversi "dialetti" dell’Amazona auropalliata erano ben distinti, oggi gli scienziati hanno la prova che alcune "comunità" hanno modificato il proprio linguaggio diventando "bilingue" e introducendo, dunque, suoni che in precedenza erano stati uditi soltanto in altre aree geografiche.
Perché i pappagalli stanno cambiando linguaggio?
Da un certo punto di vista potremmo pensare che questo cambiamento nel linguaggio possa interferire in qualche modo con la comunicazione tra gli uccelli. Il loro "cantare" è essenziale nelle pratiche di accoppiamento ad esempio, quindi nella riproduzione e conseguente prosecuzione della specie.
Eppure gli scienziati autori dello studio sono piuttosto positivi: il cambiamento potrebbe dare all’amazzone nucagialla un vantaggio in termini di sopravvivenza perché riuscire a comunicare con più gruppi distinti (non solo col proprio) vuol dire condividere maggiori quantità di informazioni (ad esempio a proposito del foraggiamento), così come poter condividere "privilegi" in termini di habitat.
Considerato che negli ultimi anni in America è scomparso circa il 92% dell’intera popolazione di Amazona auropalliata, questi effetti sono più che positivi. E, soprattutto, questa mutazione del linguaggio potrebbe essere tutt’altro che casuale: "I cambiamenti culturali osservati potrebbero rappresentare risposte adattive alle mutevoli dimensioni dei gruppi e ai modelli di associazione sociale". In definitiva "un aumento dei siti bilingue potrebbe anche essere un segno di adattabilità" e "il monitoraggio dei comportamenti culturali, come il tasso di cambiamento nei dialetti, può aiutare i gestori della fauna selvatica a comprendere gli impatti antropici, le dinamiche della popolazione e a preservare le specie".