SCIENZA

Qualità dell'aria in Italia, la classifica delle città: quali sono quelle messe peggio

I risultati di una ricerca europea evidenziano che la qualità dell'aria in Italia non è molto buona, soprattutto nelle aree urbane del nord

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Com’è la qualità dell’aria in Italia? Non particolarmente buona, stando ai risultati delle ultime ricerche europee.

Nella classifica delle città con l’aria più pulita d’Europa, infatti, è possibile contarne soltanto due italiane.

I dati sulla qualità dell’aria

In Europa, la qualità dell’aria è un tema sempre più rilevante per la salute pubblica: uno studio recente dell’European City Air Quality Viewer dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) ha evidenziato significative differenze tra le città dell’Unione. Le classifiche rivelano che, nel complesso, il Nord Europa presenta le condizioni migliori, mentre l’Italia fa registrare risultati poco incoraggianti, soprattutto nelle grandi città industriali del nord dove può capitare che l’aria sia tossica.

In cima alla classifica delle città con l’aria migliore, troviamo Uppsala, in Svezia, seguita da un altro centro svedese, Umea, e dalla portoghese Faro. Queste tre località rappresentano il modello di eccellenza per la qualità dell’aria nel continente, con livelli medi di particolato fine, o PM 2.5, tra i più bassi registrati in Europa.

Il PM 2.5 è una delle componenti principali dell’inquinamento atmosferico ed è strettamente legato al verificarsi di gravi problemi di salute, come malattie respiratorie e cardiovascolari. Lo studio dell’European City Air Quality ha preso in considerazione 375 città europee, e solo 13 sono riuscite a mantenere livelli di particolato inferiori alla soglia di 5 μg/m³ indicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come valore guida per la tutela della salute. Tra queste spiccano Reykjavik, Tallinn, Stoccolma ed Helsinki.

L’Italia, purtroppo, si trova molto più in basso nella classifica. Solo due città italiane rientrano tra le prime 100 per qualità dell’aria: Sassari, che occupa il 21esimo posto con un valore di 6.2 μg/m³, e Livorno, al 65esimo posto con 7.8 μg/m³. Questi dati le posizionano tra le città con una qualità dell’aria discreta, secondo i parametri dell’EEA, che distingue tra aria buona (sotto i 5 μg/m³), discreta (tra 5 e 10 μg/m³), moderata (tra 10 e 15 μg/m³), scarsa (tra 15 e 25 μg/m³) e molto scarsa (oltre i 25 μg/m³).

La situazione in Italia

Oltre a Sassari e Livorno, ci sono anche altre città italiane si collocano nella fascia con aria discreta. Tra queste, Savona, Battipaglia e Siracusa, che occupano rispettivamente le posizioni 148, 161 e 167. Tuttavia, la situazione si aggrava nelle città italiane maggiori. A Roma, ad esempio, la qualità dell’aria è classificata come moderata, con un valore di 12.8 μg/m³, che la colloca al 269esimo posto. Anche Genova e Firenze si trovano in una situazione simile, con livelli di particolato che superano i 10 μg/m³.

Il quadro peggiora ulteriormente nelle grandi aree urbane e industriali del Nord Italia, dove l’inquinamento atmosferico raggiunge livelli preoccupanti. Milano e Torino, in particolare, si collocano tra le città europee con la peggiore qualità dell’aria. Milano occupa la 354esima posizione con un valore di 19.7 μg/m³, mentre Torino si colloca ancora più in basso, al 362esimo posto con 21 μg/m³. Questi livelli di degrado rappresentano un rischio significativo per la salute dei cittadini.

In alcune località, inoltre, il particolato fine supera spesso i 15 μg/m³, come a Piacenza, Venezia, Padova e Vicenza, che registrano valori superiori ai 22 μg/m³, avvicinandosi alla soglia limite dell’Unione Europea di 25 μg/m³.

Questi dati evidenziano come l’inquinamento atmosferico rappresenti un problema davvero grave nelle città industriali italiane, dove la combinazione di traffico veicolare, fabbriche e condizioni climatiche contribuisce a creare un ambiente malsano. L’esposizione prolungata a livelli elevati di PM 2.5 è associata a un aumento del rischio di malattie croniche come asma, bronchite, infarti e ictus, oltre a essere una delle principali cause di morte prematura.

Questa situazione richiede interventi urgenti a livello locale e nazionale per migliorare la qualità dell’aria e ridurre i rischi per la salute dei cittadini, come la promozione di fonti energetiche rinnovabili utili a rendere le città italiane più vivibili e salubri.

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