SCIENZA

Da una scala "segreta" è emerso un tesoro: la scoperta in Italia

Stavano restaurando una scala "segreta", mai avrebbero immaginato cosa nascondeva: l'eccezionale (e inaspettata) scoperta in Italia.

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Straordinaria e inaspettata. Questi due termini calzano a pennello per la nuova scoperta effettuata in Italia, in quello “scrigno di bellezze” che è Palazzo Vecchio a Firenze, come lo ha definito il sindaco del capoluogo toscano, Dario Nardella. Un team di restauratori era impegnato nel recupero di una scala “segreta” dell’edificio e, rimuovendo l’intonaco dalle volte e dalle pareti, si sono imbattuti in una serie di decorazioni a grottesche risalenti al Cinquecento.

Emerso un tesoro nascosto a Firenze

L’Italia conserva tesori dal valore inestimabile. Basti pensare che il nostro Paese detiene uno dei più grandi patrimoni culturali di tutto il mondo, con il maggior numero di siti Patrimonio dell’Umanità riconosciuti dall’UNESCO (51 in totale), seguito da Cina (50) e Spagna (45).

In questa cornice di bellezze paesaggistiche e artistiche si inscrive la nuova e inaspettata scoperta avvenuta a Firenze, per l’esattezza in quella meraviglia architettonica che è Palazzo Vecchio, uno dei palazzi civici più conosciuti al mondo attribuito ad Arnolfo di Cambio, già architetto della Cattedrale di Santa Maria del Fiore e della Basilica di Santa Croce. Sin dalla sua edificazione, nel 1299, Palazzo Vecchio è stato sede di magistrati, Signori, potenti e oggi ospita la sede del Comune di Firenze, del sindaco e del consiglio comunale.

È proprio nelle parole del Sindaco Dario Nardella che si percepisce l’importanza del ritrovamento, comunicato dal sito istituzionale della città lo scorso 13 aprile: “Palazzo Vecchio è uno scrigno di bellezze che si celano dietro ogni angolo – ha dichiarato – e questa ennesima scoperta lo dimostra: si tratta di decorazioni a grottesche risalenti all’incirca alla metà del ‘500 che stanno tornando al loro originale splendore grazie a un lavoro certosino. L’amministrazione, attraverso l’ufficio Belle Arti, è impegnata al massimo per la manutenzione e la valorizzazione di questo grande patrimonio artistico e architettonico”.

Decorazioni a grottesche nella scala “segreta” di Palazzo Vecchio

I restauratori erano impegnati nel recupero di un elemento di Palazzo Vecchio ancora inutilizzato, per l’esattezza di una scala “segreta” che collega il Terrazzo di Saturno al piano terra dell’edificio, che affaccia sulla via dei Leoni. Come si legge nel comunicato ufficiale del Comune di Firenze, i tecnici stavano effettuando il cosiddetto descialbo di volte e pareti, operazione che nel restauro artistico consiste nella rimozione accurata – a secco o chimicamente – di tutti gli strati di colore che coprono l’intonaco antico.

Quel che non avrebbero mai immaginato è che, al di sotto di quello strato di pittura, si celavano delle superfici decorate che a una prima analisi risalirebbero al Cinquecento. Nello specifico si tratta di pitture a grottesche, stile che affonda le sue radici nella pittura romana di epoca augustea e che fu riportato in auge alla fine del Quattrocento, caratterizzato dalla raffigurazione “ludica” di esseri mitologici, talvolta mostruosi, mixati a elementi naturalistici e motivi geometrici.

Le decorazioni emerse a Palazzo Vecchio sarebbero opera di Marco Marchetti da Faenza, artista piuttosto conosciuto e apprezzato nel Cinquecento nonché allievo di Giorgio Vasari, con il quale ha realizzato una serie di affreschi che rappresentano la vita di Ercole proprio all’interno dell’edificio storico di Firenze.

I lavori di recupero a Palazzo Vecchio

Come si legge nel comunicato ufficiale, i lavori di recupero della scala “segreta” a cura dei tecnici del Servizio Belle Arti del Comune di Firenze sono in corso già da alcuni mesi e le decorazioni a grottesche del maestro Marco Marchetti da Faenza non sarebbero l’unico tesoro emerso.

Durante la pulitura di volte e pareti, infatti, i restauratori hanno individuato altri elementi pittorici nel piano intermedio all’altezza degli uffici che attualmente ospitano l’avvocatura, incluse grottesche dipinte su legno e tela che, con molta probabilità, sono da attribuire a una mano diversa e risalenti a un’epoca successiva.

L’obiettivo è quello di recuperare la scala “segreta” dal punto di vista artistico e decorativo, ma anche di renderla nuovamente attiva come passaggio da un piano all’altro. Proprio come accadeva ai tempi della Signoria: “Dalle fonti e dai documenti si evince che era stata realizzata per fornire un percorso che consentisse a Eleonora di Toledo e Cosimo de’ Medici di avere una via di fuga e di esodo in caso di necessità, evitando il passaggio nelle scale monumentali, oltre che per funzioni di collegamento tra le varie parti del Palazzo”.

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