SCIENZA

Lo schianto con l'asteroide che potrebbe cambiare le sorti della Terra

La NASA ha annunciato trionfalmente che l'asteroide Dimorphos è stato deviato nella sua orbita di qualche decina di metri, un risultato incredibile

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Un asteroide potenzialmente pericoloso è stato deviato con successo dal suo percorso orbitale grazie a una provvidenziale sonda. Non è la trama di un film di fantascienza dal finale imprevedibile ma la realtà autentica, così come raccontato nelle ultime ore dall’agenzia spaziale americana NASA che è tornata a parlare della missione DART.

La sigla appena menzionata sta a indicare il Double Asteroid Redirection Test, un progetto che gli scienziati hanno curato nei minimi dettagli per capire come fosse possibile evitare nei prossimi anni le eventuali collisioni con dei meteoriti o altri oggetti celesti. Il nostro pianeta è davvero in pericolo? Non esiste una risposta certa, ma nel dubbio la missione è stata portata a compimento.

L’asteroide a cui si sta facendo riferimento si chiama Dimorphos e la NASA ha annunciato ufficialmente di averne modificato in maniera determinante il tragitto spaziale. La sonda utilizzata in questo caso è andata a colpire l’oggetto lo scorso 27 settembre, per la precisione a 11 milioni di chilometri dalla Terra. Ci si attendevano risultati di un certo tipo, ma quelli registrati nel concreto sono stati addirittura superiori alle attese. La “difesa galattica” è il fulcro centrale della missione DART, se in futuro ci dovesse essere qualche pericolo dal cielo come un asteroide o qualsiasi altro oggetto in caduta sulla Terra, non ci si farà trovare impreparati. Non è la prima volta che si parla della cosiddetta “tecnologia di deviazione” per quel che riguarda i meteoriti più a rischio, ora con questo test si è accertato che funziona davvero e che il nostro pianeta è al sicuro.

Un asteroide da tenere sotto controllo

Volendo essere ancora più precisi, l’asteroide di cui si sta parlando merita qualche approfondimento in più. Anzitutto, la sua larghezza massima è stata calcolata in circa 160 metri, senza dimenticare l’orbita. Dimorphos, infatti, ha orbitato attorno a un altro oggetto celeste più grande, noto con il nome di Didymos e del diametro di poco inferiore agli 800 metri. DART, al contrario, aveva una massa complessiva di oltre mezza tonnellata, con una forma cubica pensata appositamente per rendere la vita difficile all’asteroide vagante. Come si è avuta la certezza che il percorso sia stato effettivamente deviato? Agli esperti è bastato mettere a confronto i tempi di un giro completo di Dimorphos intorno a Didymos.

La nuova orbita dell’asteroide

Se in precedenza questo tragitto veniva compiuto in 11 ore e 55 minuti, dunque l’equivalente di mezza giornata terrestre, le ultime rilevazioni hanno mostrato che servono 11 ore e 23 minuti. Si tratta di oltre mezz’ora, forse un tempo che in molti possono considerare “trascurabile”, ma che invece è molto importante. Dopo la collisione con la sonda della missione DART, infatti, l’asteroide più famoso del 2022 non ha fatto altro che avvicinarsi all’oggetto più grande, qualche decina di metri nello specifico. Tutto questo significa che l’orbita è cambiata in modo sostanziale e che il nostro pianeta può tirare un sospiro di sollievo.

In realtà la NASA era stata piuttosto “stringata” con i suoi obiettivi, tanto che si potrebbe pensare che si sarebbe accontenta di risultati molto più modesti. La variazione temporale minima per ritenersi soddisfatti era di almeno 73 secondi, dunque si è andati ben oltre le più rosee aspettative. In termini percentuali, la modifica all’orbita dell’asteroide a 11 milioni di chilometri dalle nostre teste è stata pari al 4%, una piccola spinta che però in futuro potrebbe essere sufficiente per tenere a bada altri oggetti celesti più “irrequieti”. Si spera che in futuro non debba servire, ma nel caso la Terra sarà pronta come non mai a fronteggiare la minaccia.

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